Vinodentro, di Ferdinando Vicentini Orgnani
A far da sfondo alla metamorfosi del protagonista troviamo il variegato mondo dell’enologia, qui declinato in una follia lucida e visionaria, che sembra segnare irrimediabilmente l’anima di chiunque si lasci sedurre dal dolce nettare. A questa passione in parte autobiografica, il regista mescola in modo manifesto miti letterari e musicali (il Faust e il Don Giovanni), riferimenti cristiani e citazioni kubrickiane, tentando di innalzare il discorso a un piano metafisico
L’eclettico Ferdinando Vicentini Orgnani, prevalentemente documentarista, ma anche sceneggiatore e assiduo collaboratore della Guzzanti, torna alla finzione dopo Mare largo adattando con qualche difficoltà il romanzo omonimo di Fabio Marcotto. Vinodentro è infatti un’opera particolare anzitutto per il genere. Se la storia rientra nel classico schema del thriller – l’indagine della polizia con tanto di prove inoppugnabili e testimoni reticenti – le reazioni a volte comiche dei personaggi e le situazioni surreali spingono il registro verso la commedia. L’effetto straniante è supportato dalla struttura stessa del film, un flusso di flashback disordinati che ricostruiscono il recente passato del protagonista. A far da sfondo alla sua metamorfosi troviamo il variegato mondo dell’enologia, qui declinato in una follia lucida e visionaria, che sembra segnare irrimediabilmente l’anima di chiunque si lasci sedurre dal dolce nettare, non importa che sia un Mazermino o un Müller-Thurgau. A questa passione in parte autobiografica, il regista mescola in modo manifesto miti letterari e musicali (il Faust e il Don Giovanni), riferimenti cristiani e citazioni kubrickiane, tentando di innalzare il discorso a un piano metafisico.
Nonostante la fotografia curata da Dante Spinotti e le musiche avvolgenti di Paolo Fresu contribuiscano a creare un’atmosfera di forte ambiguità (pensiamo alla sequenza del sogno), alcune scelte si rivelano forzate o non perfettamente inserite nel quadro generale (il dialogo con il cardinale e la figura di Margherita). Piccoli difetti di sceneggiatura che rendono Vinodentro un prodotto ricco di intuizioni, piacevole e mai banale che inebria pian piano lo spettatore a ritmo di aste, degustazioni e brindisi luciferini.
Regia: Ferdinando Vicentini Orgnani
Interpreti: Vincenzo Amato, Giovanna Mezzogiorno, Pietro Sermonti, Lambert Wilson, Daniela Virgilio
Origine: Italia, 2014
Distribuzione: Nomad Film
Durata: 100’