Il Cinema Ritrovato 38: incontro con Wim Wenders

Abbiamo incontrato il regista tedesco che è a Bologna per presentare un programma di otto film tra cui Paris, Texas: Wenders ha parlato di Megalopolis, Sentieri selvaggi, il successo di Perfect Days

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“Questa edizione del Cinema Ritrovato presenta molti film che possono aiutare le persone a riconnettersi con la propria storia o con la memoria del proprio Paese, una cosa propria del cinema, perché il cinema aiuta le persone a prendere contatto con l’umanità e con le proprie responsabilità. Il cinema ci insegna a vivere meglio e se non esistesse, bisognerebbe inventarlo”.

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Parola del regista tedesco Wim Wenders, che torna a Bologna per presentare questa sera il restauro di Paris, Texas (nel suo quarantesimo anniversario e che uscirà questo autunno nelle sale italiane), ma non solo: presenterà infatti sette film (“ma ci ha inviato una lista con altri nove film che avrebbe voluto presentare”, ha ricordato il direttore della Cineteca di Bologna, Gian Luca Farinelli) che saranno proiettati in questi giorni.

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Ci troviamo al Grand Hotel Majestic di Bologna e Wenders incontra la stampa nella Sala Europa.

“Siamo felicissimi di riavere il Maestro qui a Bologna. Lo scorso anno abbiamo portato in sala Il Cielo sopra Berlino. Il pubblico italiano abbraccia il cinema di Wenders, specialmente i giovani spettatori, e per noi questo rappresenta una forte emozione, perché significa dargli l’opportunità di entusiasmarsi, davanti ai suoi film, in sala”, ha introdotto così Jacopo Sgroi di CG | ENTERTAINMENT, prima di passare la parola al regista. 

Lei inizia stasera il suo tour qui a Bologna con sette proiezioni. Che tipo di sentimenti ha rispetto i film che presenta?

Amo, in modo particolare, tutti i film che presento. Mi sento un veterano di Bologna e mi riporta qui la voglia di rivedere alcuni dei film che fanno parte della mia vita, ma che ho visto in pessime condizioni, in cineclub o in sala. Sono felice di poterli vedere, qui, con una buona immagine, con un suono perfetto, alcuni, se ci penso, dopo trent’anni dalla prima volta che li ho visti. Sentieri selvaggi di John Ford, per esempio: è uno dei miei film preferiti, di tutti i tempi. L’ultima volta che l’avevo visto era in Giappone, e John Wayne parlava giapponese!.

A proposito di Giappone, il suo film Perfect Days, girato a Tokyo, ha avuto un grande successo al box office italiano. Se lo aspettava?

Nessuno si è sorpreso più di me, per il successo di quel film. Se fai un film su un uomo che pulisce i bagni pubblici a Tokyo, non ti aspetti che diventi un blockbuster! È stato un film fatto per amore, per amore di quella storia e di quel personaggio. Sono affezionato a Tokyo, a Kōji Yakusho. Sono rimasto meravigliato dai numeri che ha fatto in Italia e quando l’ho finito di girare, mi sono semplicemente detto: speriamo che piaccia anche a qualcun altro.

Quando Francis Ford Coppola produsse uno dei suoi film, Hammett – Indagine a Chinatown, il rapporto fra voi due non fu facile. Oggi vi siete riconciliati? Ha visto il suo film Megapololis?

Sì, l’ho visto al festival di Cannes. Una proiezione alle otto e trenta i mattina, e c’era Francis a introdurlo. Dopo, abbiamo parlato per un’ora. Penso che sia un film incredibile, e che sia incredibile il fatto che lo abbia realizzato. Dicono che ha dei difetti? Solo i film mediocri non hanno difetti. I grandi film ne hanno sempre. Non gli è mai mancato il coraggio e anche questa volta ci è riuscito: ha realizzato ciò che immaginava.

Che cosa ha rappresentato per lei Paris, Texas, che torna nelle sale dopo quarant’anni?

Sono stato fortunatissimo a lavorare con i più grandi talenti di quel momento: Sam Shepard che ha scritto il film con me, Nastassja Kinski, Harry Dean Stanton, Ry Cooder, un chitarrista incredibile e un restauratore straordinario. E il più bravo direttore della fotografia del mondo, Robby Müller. Non avrei mai potuto fare questo film senza di loro. L’unico che poteva rovinare tutto ero io. Per fortuna, forse, non ci sono riuscito!

Ha mai pensato di girare un film a Bologna?

Se le Torri rimarranno in piedi potrei fare un film su Bologna. Amo moltissimo Bologna per tre punti per me fondamentali: c’è una delle migliori gelaterie, uno dei migliori ristoranti che io abbia mai provato, e un negozio di dischi assolutamente fantastico. E poi per il ‘Cinema Ritrovato’ e il suo schermo di piazza Maggiore. Sono dispiaciuto per essermi perso 36 anni di Cinema Ritrovato a Bologna, ma prometto che d’ora in avanti sarò sempre qui!

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