La programmazione di Fuori Orario dal 24 al 30 marzo

Continua l’appuntamento con il ciclo F for Femmine e nuovo omaggio a Yasujiro Ozu con 11 titoli. Da stanotte.

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Domenica 24 marzo dalle 2.05 alle 6.00

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Fuori Orario cose (mai) viste

di Ghezzi Baglivi Di Pace Esposito Fina Francia Luciani Turigliatto

presenta

F FOR FEMMINE 6 – Aggettivo donna/2

a cura di Fulvio Baglivi

I MILLE VOLTI DI EVA – IMMAGINI FEMMINILI NEL CINEMA  (puntate 3, 4 e 5)

(Italia, 1978, b/n, dur., 168’ circa)

Regia: Rosalia Polizzi

Un programma di: Tilde Capomazza e Rosalia Polizzi con la collaborazione di Ada Acquaviva

Testi: Mariuccia Ciotta

Terza puntata – APPASSIONATAMENTE

Quarta puntata – AMORI SACRI E AMORI PROFANI

Quinta puntata – DONNE INQUIETATE E UOMINI SPAVENTATI

Andata in onda tra il 28 agosto e il 27 settembre del 1978 e poi mai più riproposta, I mille volti di Eva fu una trasmissione fatta da donne che ripensa i ruoli e le immagini che hanno segnato il femminile nella storia del cinema. Divisa in cinque puntate, la trasmissione ripercorre la storia del cinema focalizzandosi sui ruoli, spesso stereotipati, assegnati alle donne soffermandosi sulle figure che hanno rotto gli schemi e hanno portato una nuova femminilità. In questa notte presentiamo le prime due puntate, introdotte di un intervento di Mariuccia Ciotta che ne è stata autrice.

IL GIORNO DELLA PACE

(Italia, 1965, b/n, dur., 50′ puntata 205)

Regia: Liliana Cavani

Andato in onda il 7 maggio del 1965, a venti anni esatti dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, il documentario della giovane Liliana Cavani ascolta giovani e anziani sull’importanza della pace e l’orrore della guerra. Il film mostra alcuni momenti di stile e poetica che saranno sviluppati da Liliana Cavani nelle sue opere successive, l’argomento è più che mai, terribilmente, attuale.

 

Venerdì 29 marzo dalle 1.40 alle 6.00

Ancora e sempre Ozu. La trasparenza, un altro mondo e lo stesso (1948-1962) (1)

a cura di Lorenzo Esposito, Simona Fina, Fulvio Baglivi, Roberto Turigliatto

Da venerdì 29 marzo fino a domenica 7 aprile Fuori Orario dedica un nuovo omaggio a Yasujiro Ozu presentando 11 film dell’ultimo periodo del regista (1948-1962), restaurati negli ultimi anni dalla Shochicku e distribuiti anche in sala da Tucker.

Per Fuori Orario si tratta di un ritorno, venti anni dopo lo storico TUTTO OZU del 2003,  quando Enrico Ghezzi presentò 33 film del regista sopravvissuti e disponibili allora, una programmazione epocale, che fu seguita non solo in Italia, e che resta senza equivalenti in nessuna altra televisione del mondo.

La programmazione di oggi riprende in parte il titolo di allora: “Ancora e sempre Ozu – La trasparenza, un altro mondo e lo stesso”. Poco prima di morire Ozu confidò al suo operatore: “Gli stranieri, un giorno, capiranno i miei film”, aggiungendo con un sorriso: “E a dire il vero no. Diranno, come tutti, che i miei film sono poca cosa”.

Ormai da decenni si è avviata la “comprensione” di Ozu, ma possiamo dire che questo processo di conoscenza sia giunto davvero al termine, e a delle conclusione definitive? “Ancora e sempre Ozu” significa per noi riaffermare una ricerca in progress che serva a sfatare i tanti luoghi comuni con cui anche gli estimatori più entusiasti hanno avvolto e frainteso l’opera del cineasta, ben più ricca, variegata e complessa di quanto si pensi generalmente. Ozu  non è “il più giapponese” dei registi giapponesi, lavorò per tutta la vita fin dal muto sotto contratto di un grande studio,  per tutta la vita amò i film americani, il suo regista preferito era Lubitsch, e realizzò tra l’altro uno dei più bei film noir di tutti i tempi, La donna della retata. Lo “stile Ozu” anche nell’ultimo periodo, quello che presentiamo, non è affatto un sistema chiuso, ma prevede innumerevoli variazioni e sfumature che non abbiamo ancora terminato di scoprire. “Forse un giorno capiranno i miei film”…

TARDA PRIMAVERA   

(Banshun, Giappone, 1949, b/n, dur., 104’’)

Regia: Yasujirō Ozu

Con: Setsuko Hara, Yumeji Tsukioka, Kuniko Miyake, Haruko Sugimura, Yōko Katsuragi, Chishū Ryū

Tarda primavera, scritto da Ozu e Kogo Noda a partire dal romanzo breve Padre e figlia (Chichi to musume) di Kazuo Hirotsu, fu scritto e girato durante l’occupazione del Giappone da parte delle potenze alleate e dunque soggetto ai requisiti della censura ufficiale dell’occupazione. Interpretato da Chishū Ryū, presente in quasi tutti i film del regista, e da Setsuko Hara, alla prima delle sue sei apparizioni nelle opere di Ozu, è il primo capitolo della cosiddetta “trilogia di Noriko”, a cui seguiranno Inizio d’estate (Bakushu, 1951) e Viaggio a Tokyo (Tokyo Monogatari, 1953): in tutti e tre i film Hara interpreta una giovane donna di nome Noriko, anche se le tre Noriko sono personaggi distinti e non collegati tra loro, legati principalmente dalla loro condizione di donne sole e indipendenti nel Giappone del dopoguerra. Col passare degli anni Tarda primavera è diventato uno dei titoli più conosciuti e unanimamente considerato, insieme a Viaggio a Tokyo, uno dei massimi capolavori di Ozu.

Ozu racconta così il suo rapporto con lo sceneggiatore Kogo Noda: “Per questo film mi ritrovai con Noda dopo parecchio tempo. Quando sceneggiatore e regista lavorano insieme, se non sono simili anche “costituzionalmente, le cose non funzionano. Se uno si alza tardi e l’altro va a letto presto, non si trovano e diventa stancante per entrambi. Da questo punto di vista, che si tratti di bere o dell’orario in cui andare a letto o alzarsi, con Noda siamo proprio in sintonia, è una cosa fondamentale per me. Quando parlo di una sceneggiatura fatta da me e nOda, intendo ovviamente dire che pensiamo insieme fino a ogni singola battuta. E anche se non concordiamo insieme le scene nei dettagli o i costumi, le immagini che ognuno di noi ha in testa di queste cose si accordano perfettamente, non c’è mai stato il minimo disaccordo” (Y. Ozu, Scritti sul cinema, a c. di F. Picollo e H Yagi, Donzelli 2016).

Il film si apre durante una cerimonia del tè. Il professor Shukichi Somiya (Chishu Ryu), vedovo, ha una sola figlia, Noriko (Setsuko Hara), ventisettenne e nubile, che si occupa della casa e delle necessità quotidiane del padre. La zia Masa (Haruko Sugimura), sorella di Shukichi, lo convince che è giunto il momento che sua figlia si sposi. Noriko è amica dell’assistente del padre, Hattori (Jun Usami), e la zia Masa suggerisce al fratello di chiedere a Noriko se potrebbe essere interessata ad Hattori. Tuttavia, quando il fratello solleva l’argomento, Noriko si mette a ridere: Hattori è fidanzato da tempo con un’altra giovane donna. Imperterrita, Masa fa pressione su Noriko affinché incontri un giovane sposabile, un laureato dell’Università di Tokyo di nome Satake che, secondo Masa, assomiglia molto a Gary Cooper. Noriko rifiuta, spiegando che non vuole sposare nessuno, perché così facendo lascerebbe suo padre solo e indifeso. Masa allora sorprende Noriko, affermando che sta anche cercando di organizzare un incontro tra Shukichi e la signora Miwa (Kuniko Miyake), una giovane e attraente vedova conosciuta da Noriko. Se Masa avesse successo, Noriko non avrebbe più scuse. Durante una rappresentazione Noh a cui partecipano Noriko e suo padre, quest’ultimo saluta sorridente la signora Miwa, scatenando la gelosia di Noriko. Noriko decide a malincuore di incontrare il giovane e, con sua grande sorpresa, ne ha un’impressione molto positiva.

INIZIO D’ESTATE                   

(Bakushū, Giappone, 1951, col.,  dur. 120’09’’, v.o. sott. it.,)

Regia: Yasujirō Ozu

Con: Setsuko Hara, Shūji Sano, Chikage Awashima, Chishū Ryū, Kuniko Miyake, Haruko Sugimura

Altrimenti conosciuto come Il tempo del raccolto del grano, Inizio d’estate è il secondo capitolo della cosiddetta “trilogia di Noriko”. Ozu lo racconta così: “In questo film, più che la storia in sé, volevo illustrare qualcosa di più profondo, come il samsara o l’impermanenza di ogni cosa. Quindi ho faticato molto. […] Ho cercato quindi di non raccontare ogni cosa esaustivamente, e di lasciare piuttosto qua e là un che di indefinito per dare al film un gusto piacevole da assaporare successivamente” (Y. Ozu, Scritti sul cinema, a c. di F. Picollo e H Yagi, Donzelli 2016).

Noriko, segretaria a Tokyo, vive a Kamakura, Kanagawa, con la sua famiglia allargata Mamiya, che comprende i genitori Shūkichi e Shige, il fratello maggiore Kōichi, medico, la moglie Fumiko e i due giovani figli Minoru e Isamu. Un anziano zio arriva e ricorda a tutti che Noriko, che ha 28 anni, dovrebbe sposarsi. Al lavoro, il capo di Noriko, Satake, le consiglia di sposarsi con un suo amico quarantenne, il signor Manabe, uomo d’affari e giocatore di golf. Ma Noriko è di un diverso avviso e quando rivela la sua decisione, la famiglia è silenziosamente sconvolta.

 

Sabato 30 marzo dalle 2.25 alle 7.00

Ancora e sempre Ozu. La trasparenza, un altro mondo e lo stesso (1948-1962)

(2)

a cura di Lorenzo Esposito, Simona Fina, Fulvio Baglivi, Roberto Turigliatto

UNA GALLINA NEL VENTO

(Kaze no naka no mendori, Giappone, 1948, b/n, dur., 84’)

Regia: Yasujirō Ozu

Con: Sano Shūji, Tanaka Kinuyo, Murata Chieko, Chishū Ryū, Sakamoto Takeshi, Takamatsu Eiko, Fumiya Chiyoko, Nagao Toshinosuke, Okamura Funiko

Secondo film di Ozu appena tornato dal fronte, Una gallina nel vento è un film unico nella sua filmografia. Il Giappone del dopoguerra viene ritratto in tutta la sua amara cupezza e claustrofobia.

Il film è ambientato nel Giappone dell’immediato dopoguerra, a Tokyo. Tokiko (Kinuyo Tanaka), madre ventinovenne di un bambino di quattro anni, è in attesa del rimpatrio del marito dalla Seconda Guerra Mondiale.  Un giorno, il figlio di Tokiko, il piccolo Hiroshi, si ammala e deve essere ricoverato in ospedale. Sebbene Hiroshi si riprenda, i costi elevati dell’ospedale costringono Tokiko a compiere un atto disperato: decide di prostituirsi per una notte in un locale fuori mano. Quando il marito, Shuichi Amamiya (Shūji Sano), torna finalmente dal fronte Tokiko, trovando impossibile mentire, confessa ciò che ha fatto. Shuichi va su tutte le furie, il pensiero del “misfatto” della moglie lo ossessiona. La coppia comincia un percorso di riconciliazione complesso e violento.

“Non sarebbe esagerato definire Gallina nel vento (1948) uno dei film più sottovalutati di Yasujiro Ozu […] Realizzato subito prima di uno dei suoi più importanti capolavori, Tarda primavera (1949), è stato comprensibilmente trattato come un’opera minore, ma i suoi punti di forza e di interesse meritano molta più attenzione di quanta ne abbiano ricevuta. […] Potrà essere un lungometraggio atipico per Ozu, ma stilisticamente è riconoscibile come una sua opera dall’inizio alla fine, soprattutto per quanto riguarda il trattamento poetico delle ambientazioni (un lugubre e degradato quartiere industriale nella parte orientale di Tokio, dove l’eroina affitta un’angusta stanza al piano superiore di una casa) e il suo uso dell’ellissi in relazione alla trama. (Jonathan Rosenbaum).

INIZIO DI PRIMAVERA

(Sōshun, Giappone, 1956, b/n, dur., 139’’)

Regia: Yasujirō Ozu

Con: Chikage Awashima, Ryō Ikebe, Keiko Kishi, Yumeji Tsukioka, Teiji Takahashi, Chishū Ryū, So Yamamura, Haruko Sugimura, Kumeko Urabe, Kuniko Miyake, Daisuke Katō, Kōji Mitsui, Eijirô Tôno, Haruo Tanaka, Chieko Nakakita

Uno degli ultimi film in bianco e nero di Ozu. “Con questo film che ritrae la vita degli impiegati ho ripreso dopo tanto tempo a fare un film di genere. […] Ho ritratto la vita degli impiegati attraverso le differenze generazionali e ho cercato di far emergere le loro amarezze. […] Ho però evitato per quanto possibile le scene drammatiche e ho voluto accumulare scene ordinarie per far sì che dopo averlo visto gli spettatori arrivassero a percepire la tristezza di quel tipo di vita”. (Y. Ozu, Scritti sul cinema, a c. di F. Picollo e H Yagi, Donzelli 2016).

L’impiegato Shoji Sugiyama (Ryō Ikebe) si sveglia e svolge la sua routine mattutina, accompagnato dalla moglie Masako (Chikage Awashima), prima di recarsi al lavoro nell’ufficio di Tokyo di un’azienda produttrice di mattoni. Durante un’escursione con gli amici dell’ufficio, Shoji trascorre del tempo da solo con una collega. Tra i i due comincia una relazione. Masako sospetta che ci sia qualcosa che non va, ma è riluttante ad affrontare il marito. Dopo che Shoji non celebra l’anniversario della morte del figlio, lui e Masako si allontanano progressivamente. Masako, convinta che i suoi sospetti siano fondati, chiede a Shoji di dirle la verità, ma Shoji continua a mentire e la mattina dopo Masako lascia la casa coniugale per andare a stare dalla madre. Shoji si trasferisce nell’ufficio della sua azienda nella città di provincia di Mitsuishi. Masako alla fine si reca a Mitsuishi e la coppia si riunisce. Promettono di dimenticare i problemi del passato e di lottare per la felicità coniugale.

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