Quattro figlie, di Kaouther Ben Hania

Sguardi in macchina, lacrime artificiali, effetti da melodramma televisivo. Parte da una storia vera e poi la soffoca con uno stile ai limiti dell’invadenza rasentando il cattivo gusto.

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Un ciak in apertura. Si vede solo all’inizio ma la sua presenza si avverte per tutto il film, sempre in bilico tra set e rappresentazione. La cineasta tunisina Kaother Ben Ania con Quattro figlie porta sullo schermo un’altra storia di dolore femminile dopo quella della tragica notte di una ragazza vittima di violenza in La bella e le bestie. Stavolta al centro del film c’è Olfa, madre di quattro figlie. Le due più piccole vivono con lei, quelle più grandi sono sparite. La cineasta decide di raccontare la loro storia sostituendo le ragazze scomparse con due attrici per ripercorrere quello che è successo. Comincia così un percorso doloroso per mettere a fuoco quello che è successo, ripercorrendo la storia personale della famiglia fino alla drammatica separazione.

Sguardi in macchina, lacrime artificiali, effetti da melodramma televisivo. La regista, nota soprattutto per L’uomo che vendette la sua pelle, accentua con Quattro figlie i limiti di un cinema che parte da storia vere e poi le soffoca con uno stile al limite dell’invadenza. Era già accaduto con i nove piani-sequenza di La bella e le bestie. Ma è quest’ultimo film che diventa totalmente schiavo del suo dispositivo. Gli unici momenti dove Quattro figlie riesce a tornare ad affrontare direttamente il soggetto è nei filmati d’archivio, con le immagini in tv che annunciano la scomparsa delle due ragazze e i video familiari. Nella ricostruzione fiction, con gli esercizi della voce e la messa in scena degli eventi più importanti, c’è solo tanta confusione e allontana da una storia che, fin dalla partenza, è stata respingente. C’è poi sempre qualcosa di troppo come le immagini dell’ecografia prima della nascita delle figlie, mentre la ribellione e gli echi della rivoluzione tunisina sono appena accennati, anzi buttati lì per caso. Nel tentativo far parlare direttamente le sue protagoniste, Quattro figlie prima di tutto finisce per parlarsi addosso. Il suo egocentrismo farebbe perdere d’interesse anche a Titanic, visto che il film di Cameron è stato citato direttamente da Olfa. Ma soprattutto rasenta il cattivo gusto.

 

Titolo originale: Les filles d’Olfa
Regia: Kaouther Ben Hania
Interpreti: Hend Sabri, Nour Karoui, Ichraq Matar, Majd Mastoura, Olfa Hamrouni, Eya Chikhaoui, Tayssir Chikhaoui
Distribuzione: Arthouse di I Wonder Pictures
Durata: 107′
Origine: Francia, Tunisia, Germania, Arabia Saudita, 2023

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
1
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Il voto dei lettori
3.8 (5 voti)
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