Aveva già stabilito prima dell'uscita in sala che il King Kong di Peter Jackson sarebbe stato un successo. Forse non sarà questa la prova che decreterà la validità del metodo di Ramesh Sharada, scienziato dell'Università dell'Oklahoma. A sentir lui però funziona nel 37% dei casi e nel 75% sbaglia di un solo livello nella classifica predisposta, che va da "flop" (meno di un milione di dollari d'incasso) a blockbuster (più di 200 milioni). Insomma è pronto per essere adottato nelle più raffinate strategie produttive ad Hollywood. Trattasi di una "rete neurale" che individua le caratteristiche determinanti a far salire un film nella classifica del box-office, a prescindere dalla trama. La ricerca ha utilizzato un campione di 843 lungometraggi usciti in sala tra il 1998 e il 2002 per creare sette parametri base: il "peso celebrità" del cast, i limiti d'età per il pubblico, il periodo dell'anno di uscita, il genere, il numero di sale in cui sarà proiettato, il livello di utilizzo di effetti speciali, l'eventualità che sia un sequel come appunto King Kong.

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