14.mo FESTIVAL DEL CINEMA AFRICANO – "Black sushi" – Concorso cortometraggi

"Black sushi", coi suoi lenti sguardi e le minute osservazioni, traduce in immagini l'avvicinamento tra le distanze culturali del Paese arcobaleno, annullandole poi nella ricerca della forma della bellezza che è l'unica strada davvero possibile per avvicinare tradizioni distanti e per cancellare ogni distanza che sta dentro il cuore degli uomini.

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BANDO BORSE DI STUDIO IN CRITICA, SCENEGGIATURA, FILMMAKING

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Dura 25 minuti il film del giovane sudafricano Dean Blumberg eppure sono 25 minuti tenuti insieme da una grande ispirazione e da un controllo narrativo non comuni. Zama, appena uscito di prigione, trova lavoro in un sushi bar, presto, affascinato dalla magia compositiva della cucina giapponese, sotto la guida del proprio maestro, diventerà un esperto chef.

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Le dichiarazioni dell'autore prima dell'inizio del film non lasciano dubbi sulla sua determinazione e sulla capacità di mantenere stretti i rapporti tra intenzioni e risultato. Nel mio Paese, dice Blumberg, tutti si aspettano, da noi giovani cineasti usciti dalle scuole di cinema, dei film aggressivi, io invece ho cercato di realizzare un film soft senza farmi condizionare dalle attese degli altri.

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Black sushi, coi suoi lenti sguardi e le sue minute osservazioni, traduce in immagini l'avvicinamento tra le distanze culturali del Paese detto arcobaleno proprio per la molteplice varietà delle culture che lo popolano, annullandole poi nella ricerca della forma della bellezza che è l'unica strada davvero possibile non solo per avvicinare tradizioni tra loro distanti, ma, soprattutto per cancellare ogni distanza che sta dentro il cuore degli uomini. Ciò rende davvero concreta la speranza che un altro mondo è possibile desiderio da più parti invocato.


Black sushi è tutto questo e molto altro ancora in verità, condensato nella sintesi estrema del tempo narrativo imposto. Sono pochissime ed essenziali, ad esempio, le battute in cui l'autore, attraverso Zama, liquida senza appello, ogni soluzione violenta ai soprusi che l'amico gli propone. Zama continua a guardare le proprie mani per cercare in quello strumento la strada verso la bellezza, che un piatto di sushi o un oggetto in origami, in quel viaggio di lenta maturazione che accompagna la catarsi e precede la terrena perfezione.

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