16º Donnafugata Film Festival. Credere nella magia

Svelare il trucco fa perdere alla magia la sua forza? Il secondo giorno di corrispondenza dal Donnafugata Film Festival, tra lo spettacolo circense CineMagique e il focus sulla Tunisia

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BANDO BORSE DI STUDIO IN CRITICA, SCENEGGIATURA, FILMMAKING

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È diffusa la convinzione che conoscere i trucchi del prestigiatore porti a una disillusione nei confronti della pratica. Come racconta Wu Ming 1 nel suo La Q di Qomplotto, non è sempre così. Portando l’esempio dei grandi prestigiatori televisivi statunitensi Penn & Teller, che accompagnavano molti dei loro numeri a delle dettagliate spiegazioni di come erano costruiti, la spiegazione poteva diventare il numero. La seconda giornata del 16º Donnafugata Film Festival comincia all’insegna della magia, con i Disguido. Nel loro numero, CineMagique, si mescola lo spettacolo di magia e l’educazione all’immagine. Guido Marin e Isabella Zanivan ripercorrono le origini del cinema, dalla lanterna magica a Melies, che “ha messo nel cappello il cinematografo e ne ha fatto uscire il cinema” (citando il filosofo Edgar Morin). Uno spettacolo capace di educare e ammaliare i più piccoli, ma anche di strizzare l’occhio ai più grandi e di far ridere tutti. CineMagique svela in parte i trucchi cinematografici, li spiega e li potenzia, li ricollega alla radice magica del cinema, che riesce a convincerci che l’immagine di una testa gigante seguita da un’altra testa gigante siano due persone che parlano, l’una davanti all’altra.

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Il cinema produce sparizioni misteriose e apparizioni miracolose, ma anche incontri tra particolarità diverse. Ecco che la serata dell’8 agosto del Donnafugata Film Festival continua con la conversazione con Aymen Mabrouk e Taoufik El Ayeb dalla Tunisia. Il primo ha ricoperto numerosi ruoli in film internazionali e anche italiani ed è anche fondatore del Tozeur International Film Festival, nato nella località del sud della Tunisia e che ora rappresenta uno dei poli cinematografici del paese. El Ayeb è anche lui attore, ma anche regista teatrale di fama internazionale. Nella conversazione con il direttore artistico Andrea Traina, hanno ricordato il legame con il cinema italiano, a partire dalle riprese di Franco Zeffirelli in Tunisia per la miniserie Rai Gesù di Nazareth. Entrambi hanno anche ricordato il cambiamento che ha attraversato l’industria cinematografica tunisina a partire dalla rivoluzione di primavera. Mabrouk e El Ayeb hanno certificato un passo indietro su tutti i fronti, ma soprattutto su quello culturale, frutto di un passaggio storico ancora non superato.

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Ecco che questa inquietudine viene ripresa e affrontata da Dachra di Abdelhamid Bouchnak, primo film horror prodotto in Tunisia e presentato nel 2018 alla Settimana della Critica di Venezia75. Proiettato alle 23:00 all’Arena del Fossato del Donnafugata Film Festival, Dachra si rifa moltissimo a un’opera seminale come Blair Witch Project, raccontando la storia di un progetto scolastico che indaga la malattia mentale e le accuse di stregoneria a una donna, internata per più di vent’anni. Un racconto basato su una storia vera e urgente ancora oggi, che crea un riflesso tra il conflitto irrisolto nella società tunisina e la sopravvivenza della magia, che agisce nell’ombra e ci condiziona anche quando pensiamo di averla gettata dalla finestra. E voi, credete nella magia?

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