25/3/2005 – I film d'autore stentano

Sono troppi? Scarseggiano le risorse economiche degli spettatori? Invasione dell'home video?

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BANDO BORSE DI STUDIO IN CRITICA, SCENEGGIATURA, FILMMAKING

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I film d'autore quest'anno fanno fatica a superare i tre milioni di euro di incasso nelle sale del campione Cinetel. Un'analisi pubblicata dal Giornale dello Spettacolo, rileva, infatti, che tra quelli usciti da Natale, superano la soglia solo "Million Dollar Baby", con 6 milioni di incasso e "Il mercante di Venezia", con 3,6 milioni. Nella scorsa stagione, invece, si sono registrati gli acuti di "21 grammi" (4,7 milioni di euro), "Le invasioni barbariche" (3,7 milioni), "Lost in translation" (3,1 milioni). Inoltre, quest'anno gli esordi, nelle ultime settimane, di film pure apprezzati dalla critica come "Hotel Rwanda", "Le passeggiate al campo di Marte", "La fiera della vanità", "Kinsey", confermano le difficoltà che sta incontrando il cinema d'autore. Al contrario, nello stesso periodo sono andati decisamente meglio film brillanti come "Mi presenti i tuoi?", "Hitch" e "Manuale d'Amore".
"Non so – dice Luigi Musini della Mikado – se oggi la gente al cinema voglia solo divertirsi, certo è che, ancor più che in passato, gli incassi sembrano concentrarsi su un numero limitatissimo di titoli. La mia impressione è che, probabilmente, oggi ci siano meno disponibilità economiche per il divertimento. La frequentazione del grande schermo è in diminuzione, il pubblico si concentra solo sull'evento, rinunciando a quei film che rappresentano la seconda o la terza scelta. A questo fenomeno generale – prosegue Musini – si sommano ulteriori difficoltà, a cominciare dalla insufficiente visibilità dei film privi di immediati richiami commerciali, che sembrano destinati al fallimento".
Secondo Georgette Ranucci, responsabile delle relazioni esterne di Lucky Red, il nodo sta, invece, nella sovrabbondanza di offerta. "Ogni settimana – afferma – escono dai due ai tre film d'autore. Il pubblico degli appassionati non ha la possibilità di seguire tutto. La torta è sempre quella, ma oggi viene suddivisa in troppe porzioni".
Per Luciano Sovena, amministratore delegato dell'Istituto Luce, il successo di un film va calibrato sui costi: "Ho l'impressione – dice – che un certo ridimensionamento degli incassi riguardi tutto il cinema, ma non è detto che ad essere penalizzato sia soprattutto il segmento d'autore. Va considerato, infatti, che il costo medio per l'acquisto di questi film varia fra i 100 e i 200mila euro. Si tratta di cifre, che, anche grazie agli altri mercati, si possono abbastanza facilmente recuperare. E' quando l'investimento cresce che il rischio aumenta in maniera preoccupante. Proprio per questa ragione, auspico maggiori sinergie fra le società che operano nel cinema di qualità: l'importante è non far lievitare i costi".
Ma Walter Vacchino, presidente dell'Anec, associazione esercenti cinema, allarga il discorso. "E' l'intero mercato ad essere in difficoltà", dice Vacchino, che sottolinea anche come fenomeno particolarmente preoccupante "le sempre più frequenti uscite in dvd di film ancora freschi di sala, con esiti nefasti sulla redditività complessiva di un titolo. Bisogna che tutte le parti interessate discutano seriamente questo problema che aggiunge disagio a un mercato già poco robusto".

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