7/12/2004 – Vertenza spettacolo, intervengono i testimonial

Francesconi (Agis):”L'incultura televisiva interessa molto al governo. La cultura no”

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La Vertenza Spettacolo dell'Agis chiama in causa testimonial famosi. Il Giornale dello Spettacolo ne pubblica gli interventi.
Ad aprire la serie, il presidente dell'Agis, Alberto Francesconi, che, ricordando l'invito al governo del capo dello Stato, "Diamoci da fare", per sostenere il cinema italiano anche all'estero, dichiara: "Sì, è proprio il caso di darvi da fare anche per tentare di capire come è possibile che esponenti ed artisti del cinema siano individualmente esaltati e riconosciuti ai massimi livelli per l'opera di alti contenuti sociali, culturali e quant'altro, mentre il prodotto cinema continua ad essere mortificato ed umiliato ben oltre la drastica riduzione dei fondi statali. E' in questa schizofrenia estesa a tutto il nostro settore, il cuore della Vertenza Spettacolo, contro la disattenzione o la scarsa attenzione delle istituzioni pubbliche, con la sola eccezione del ministero delle Attività Culturali al quale però tagliano i fondi".

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Francesconi ricorda anche i tagli al fondo unico per lo spettacolo (Fus): "il decreto taglia spese ha decurtato di 30 milioni di euro (18 per il cinema) gli stanziamenti per lo spettacolo per il 2004, in aggiunta alla precedente riduzione di 8 milioni per le fondazioni lirico-sinfoniche. Ma, oltre l'entità dei tagli, è grave che nessuno, tra governo e Parlamento abbia valutato il contesto, ossia che i tagli avrebbero inciso su attività programmate ed in corso di svolgimento. Successivamente il Fus 2005 è già stato diminuito di dieci milioni, con voci sempre più insistenti di un'ulteriore riduzione di dieci milioni. Inoltre, dall'esame della Finanziaria 2005 licenziata dalla Camera, lo spettacolo trae motivi per fare non una vertenza, ma una guerra a difesa della propria libertà, dignità e funzione. Sono stati respinti emendamenti bipartizan per il reintegro del Fus almeno al livello 2004, mentre registriamo che sono confermati gli incentivi per la tv digitale ed aboliti i contributi per l'editoria. L'incultura televisiva interessa molto al governo ed alla maggioranza; la cultura (editoria, spettacolo) no".

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Francesconi conclude indicando le richieste dello spettacolo italiano: "il riconoscimento della propria funzione con segni concreti: certezza e chiarezza delle norme, sostenute da adeguati finanziamenti. Quindi, rapida definizione dei decreti ministeriali per il 2005 d'intesa tra governo, regioni, province e comuni e consultazione delle categorie. Chiarezza nella definizione del provvedimento quadro sullo spettacolo dal vivo. Certezza dei tempi e delle modalità di definizione degli interventi per il 2005 e adeguamento in Finanziaria dei fondi a questi riservati".


 

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