9/6/2005 – Italiani, popolo di pirati
Presentata a Roma un'indagine sul tema "Gli italiani e la proprietà intellettuale"
Visto il proliferare di cd masterizzati nelle strade delle nostre città, non è sorprendente scoprire che solo un italiano su tre consideri la compravendita di cd musicali, libri, software o film piratati o contraffatti grave come il furto o il contrabbando di beni materiali.
Il dato emerge da un'indagine dell'ISPO di Renato Mannheimer, presentata martedì 7 giugno nell'ambito dell'incontro tenutosi a Roma per la Giornata Mondiale della Proprietà Intellettuale, alla presenza dei Ministri Rocco Buttiglione (Beni e Attività Culturali), Mario Landolfi (Comunicazioni), Claudio Scajola (Attività Produttive), Lucio Stanca (Innovazione e Tecnologie), il Sottosegretario Paolo Bonaiuti e i rappresentanti delle più importanti associazioni e federazioni del settore musicale (FPM), audiovisivo (FAPAV), editoriale (AIE) e del software (BSA).
La ricerca dell'ISPO sul tema "Gli italiani e la proprietà intellettuale" ha fotografato la percezione che il nostro Paese ha del fenomeno della pirateria e dell'entità del danno causato allo Stato e al mercato del lavoro. Il 51% del campione intervistato considera la compravendita di cd musicali, libri, software o film piratati o contraffatti grave come il furto o il contrabbando di beni materiali e solo un intervistato su tre (28%) la considera grave come il furto in ogni caso.
Un dato davvero eclatante: il 23% la considera grave come il furto solo se effettuata a scopo di lucro.