A Thousand and One, di A.V. Rockwell

Un dramma familiare di grande umanità che procede col mutare della condizione sociale della comunità black newyorchese di fine anni ’90. Esplosiva Teyana Taylor, Gran premio della giuria al Sundance

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A Thousand and One o A One in a Thousand cambia poco, il senso resta lo stesso. Non è facile crescere nei quartieri dimenticati dallo Stato, quelli dove ci si sente abbandonati e la strada della criminalità appare l’unica da percorrere. Uno su mille riesce ad emanciparsi ed ergersi al di sopra delle masse, alcune volte per talento, altre solo per aver avuto una possibilità in più degli altri, anche solo una famiglia. Il primo lungometraggio di A.V. Rockwell, vincitore del Gran Premio della Giuria al Sundance 2023, è ambientato a New York nei quartieri e negli anni in cui emergono artisti come Notorious B.I.G. e i membri del Wu-Tang Clan, ma sono anche gli anni in cui la città cambia faccia e inizia a non esserci più spazio per gente come loro.

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Inez ha circa vent’anni ed è appena tornata in libertà dopo aver trascorso un’anno e mezzo nel carcere di Rikers, una sorta di luogo di passaggio per quelli del suo blocco. È il 1994, l’anno in cui il neoeletto sindaco Rudy Giuliani iniziava a propinare una discussa politica di “tolleranza zero” nei confronti della piccola criminalità, che spesso e volentieri finiva per colpire esclusivamente le minoranze etniche. Nonostante il clima avverso, Inez decide di tornare a Brooklyn a trovare il piccolo Terry, il bambino che aveva dovuto lasciare indetro quando è stata arrestata e che si è sentito abbandonato da quella madre così inaffidabile. Il giovane T si trova dentro al sistema affidatario nazionale ma Inez prende comunque la difficile decisione di rapirlo e portarlo via con sè ad Harlem. Cambiando il nome e con dei documenti falsi i due iniziano una nuova vita insieme a Lucky, l’ex di Inez uscito anche lui di galera.

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Cosa ne possono sapere due piccoli delinquenti del ghetto di come si mette su famiglia? Inez e Lucky non lo sanno ma ci provano comunque, rivedono loro stessi negli occhi di T e questo basta: “Ti daremo la vita che noi non abbiamo mai avuto”. A.V. Rockwell, nata e cresciuta nel Queens da genitori giamaicani, mette in scena un dramma familiare di grande umanità in cui i volti e gli sguardi stretti in piani molto ravvicinati raccontano molto più di quello che dicono i dialoghi. Si riconosce l’impossibilità di una donna di comunicare i propri sentimenti contrastanti in maniera corretta senza sfociare in attacchi isterici o violenti, non per colpa sua ma perchè nella sua vita non ha mai potuto avere degli esempi diversi da seguire. Si attacca morbosamente all’unica cosa in cui rivede la sua fragilità infantile e decide di proteggerla ad ogni costo. La figura paterna viene tratteggiata in maniera altrettanto lucida e reale. Lucky è il classico padre assente dal passato criminale che abbiamo visto tante volte in film di questo genere, ma in alcuni momenti si dimostra l’unico capace di entrare realmente in contatto col giovane T, soprattutto quando ormai adolescente inizia a frequentare in maniera marginale i brutti giri del quartiere. Di padre in figlio, o forse no. Essere onesti sugli errori e mancanze del passato senza riversare le proprie frustrazioni sui figli è dopotutto l’unico modo per spezzare una catena di abbandoni e disagi. Ma ogni situazione ha il suo rovescio della medaglia, e la regista non esita a mostrarcelo.

A.V. Rockwell scrive e dirige un racconto umanissimo che procede di pari passo al mutare delle condizioni sociali della città ma soprattutto del quartiere, come si nota dalle riprese dell’epoca inserite tra le varie sequenze. Il processo di gentrificazione di Harlem e l’inasprimento di fermi e perquisizioni da parte delle forze dell’ordine sono questioni essenziali per comprendere a pieno quel contesto. Per questo motivo si è ovviamente parlato di Spike Lee come riferimento cinematografico principale ma è chiaro come sia vita vissuta quella che la regista e la sua attrice protagonista hanno voluto raccontare. Teyana Taylor, cantante e coreografa cresciuta proprio ad Harlem, è una presenza dominante sulla scena. Sensuale ed esplosiva, riesce a giocare con mestiere col timbro vocale ma stupisce con attimi di introspezione dolente fuori dal comune.

Quella di Inez è una rivincita contro uno Stato che vuole i figli degli emarginati sulla stessa strada dei propri predecessori, qui si trova il senso della sua rivolta. Dimostrare che crescere in una condizione diversa può cambiare la vita di una persona. A volte, forse, basta un’altra possibilità.

 

Gran Premio della Giuria al Sundance Film Festival

 

Titolo originale: id.
Regia: A.V. Rockwell
Interpreti: Teyana Taylor, William Catlett, Josiah Cross, Aven Courtney, Aaron Kingsley Adetola, Terri Abney, Delissa Reynolds, Amelia Workman, Adriane Lenox
Distribuzione: Lucky Red e Universal Pictures
Durata: 117′
Origine: USA, 2023

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
3.7
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Il voto dei lettori
3.88 (8 voti)
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