Lo spazio prima della fine: i vincitori del PerSo 2023

5 Dreamers and a Horse e Holy Water vincono miglior film e miglior cortometraggio alla IX edizione del festival di Perugia. Entrambi i lavori giocano con lo spazio incerto che precede la guerra

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La IX edizione del PerSo Film Festival si è conclusa domenica 8 ottobre. La giuria, composta da Ivan Guarnizo (regista colombiano, vincitore dell’IIX edizione con il film Del Otro Lado), Alessia Brandoni (critica cinematografica) e Giacomo Ravesi (docente universitario e curatore), ha assegnato il PerSo Film Award a 5 Dreamers and a Horse, dei registi armeni Vahagn Khachatryan e Aren Malakyan.

Giocando con gli spazi, passando dagli sconfinati campi innevati al sedile posteriore di una macchina, dalla sommità del tetto alla claustrofobia di un ascensore in un ospedale, incontriamo cinque sognatori che sembrano appartenere ad epoche diverse – generazioni a confronto che si rapportano alla realtà circostante, ognuno a modo suo.

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Un giovane cerca moglie: va in giro per i villaggi della campagna bussando alle porte per trovare una donna, o più precisamente una famiglia, che accetterà la proposta di matrimonio. Una sessantacinquenne “pilota” l’ascensore dell’ospedale. Ignora i commenti dei passanti che le dicono che presto verrà rimpiazzata dalla tecnologia. Ormai quel luogo è la sua tana, il suo appartamento: fa esercizi ginnici, ritaglia le figurine degli astronauti per riempire un album fotografico, installa una mini-televisione sul muro per seguire programmi sovietici sullo spazio. Nel frattempo, si dimentica di medici e visitatori che necessitano dell’ascensore. Un personaggio indimenticabile che ci fa pensare all’umorismo pirandelliano. Rinchiusa in quel piccolo spazio che ormai ha reso suo, l’astronauta mancata vive di sogni impossibili e ne è ignara. Diversamente, le due ragazze che si escludono dal mondo passando il loro tempo sul tetto sono fin troppo consapevoli di ciò che sta per succedere: si sentono già le uniche sopravvissute.

Un finale che sorprende e sbalordisce, cambiando la percezione dello scorrere delle immagini viste fino a quel momento. La natura, inquadrata solo all’inizio del film, viene ripresa nuovamente nelle ultime scene. Questa volta vediamo un albero al centro del quadro che resiste. Tornano allora in mente le prime parole udite nel lungometraggio pronunciate da una voce femminile, fuori campo: “Non c’era un giardino, non c’era nient’altro che un albero. Un albero, dove un uomo chiuse i suoi occhi alla vista di una terribile luce di dolore e di sofferenza.”

Come leggiamo nelle motivazioni dei giurati, il film è stato premiato “Per aver offerto uno spaccato della società armena ritratta attraverso generazioni diverse, coniugando rigore stilistico e un avvincente traiettoria drammaturgica. Il film sviluppa così un racconto, allo stesso tempo, ironico e affettuoso, che riesce attraverso le possibilità dell’immagine cinematografica ad attuare una contaminazione desiderante fra livello testimoniale e onirico”.

Il Premio PerSo Short Award, con una giuria composta dalla redazione Film TV, è andato a Holy Water di Andrei Kutsila.

Un bianco e nero poco contrastato “tuffa” lo spettatore nelle acque gelide di uno stagno. Ci troviamo a Kiev, poco più di un mese prima dell’invasione russa; si festeggia il Battesimo di Cristo. Mentre un uomo si aggira per la spiaggia con un metal detector in cerca di armi e mine, i giovani si immergono in acqua per lavare via i propri peccati, come da tradizione. I più anziani li guardano, interrogandosi l’un l’altro sulla fede, i riti e l’essere slavi. “In fondo tutto si riduce alla fede”, commenta un signore davanti a questa esibizione di corpi. Una frase che offre più letture: giustifica le azioni dei bagnanti coraggiosi e, al contempo, ci racconta le assurdità della guerra all’orizzonte.

Sono per lo più giovani a tuffarsi, condividendo questo momento sui social, mettendosi in posa per un selfie: la fede non è centrale all’atto in sé, che sembra più un’esibizione, una messa in scena, eppure c’è una condivisione sociale di un momento. C’è anche, però, un divario generazionale che verrà più tardi simbolizzato dai due grandi edifici che dominano lo spazio circostante: da un lato una brezhnevka, dall’altro una cattedrale slava ortodossa.

Se nelle conversazioni dei più agé troviamo delle riflessioni sulla situazione in Russia, “giovani a cui viene lavato il cervello, pensano che gli ucraini attaccheranno”, i più giovani ignorano il pericolo all’orizzonte, dominando il gelo.

Il ritmo di questo cortometraggio ha il sapore dell’incipit de Il Maestro e Margherita. Una calma piatta regna sul pomeriggio ucraino mentre discorsi preveggenti serpeggiano nel panorama. Quell’acqua santa capace di riunire un popolo sembra celare delle onde radioattive pari al disastro di Chernobyl. Il rumore dell’acqua, di matrice tarkovskiana, racconta lo scorrere del tempo, appena prima dell’inizio della fine.

Sia 5 Dreamers and a Horse, sia Holy Water riescono a trattare l’orrore della guerra con grande originalità. Entrambe le opere rappresentano quel momento liminale del “subito prima” – ci sono pochi personaggi che aspettano la catastrofe mentre gli altri, confinati nei loro sogni o nei loro social, sono ignari del futuro. Lo spirito di Don Quixote è in qualche modo presente, forse all’inverso; se l’eroe di Cervantes aveva scambiato i mulini a vento con degli enormi giganti, anche qui troviamo dei personaggi che peccano di miopia, di una cecità ingannevole… Solo pochi vedono i giganti all’orizzonte, coloro che in qualche modo, mantengono un distacco.

La menzione speciale categoria Short va a Caro Mostro di Stefano P. Testa.

Il Premio PerSo Cinema Italiano è stato assegnato a La timidezza delle chiome di Valentina Bertani. Per questa sezione la giuria era composta dagli studenti dell’Accademia delle Belle Arti Pietro Vannucci e dagli studenti del liceo scientifico statale Galileo Galieli di Perugia, coordinata da Roland Sejko. Menzione speciale in questa sezione a Il Paese delle persone integre di Christian Carmosino Mereu (che si aggiudica anche La Settima Orapremio assegnato dagli studenti del liceo economico sociale Assunta Pieralli di Perugia) e Casablanca di Adriano Valerio.

Il premio PerSo Short Jail, assegnato da una giuria dei detenuti della Casa Circondariale di Perugia – Capanne, va a Palermo 12 giugno di Gianfranco Piazza.

Due le menzioni speciali nella sezione Award: Knit’s island di Ekiem Barbier, Guilhem Causse, Quentin L’Helgouac’h e Working the woods di Lola Peuch. Il Premio del pubblico è andato a Anxious in Beirut di Zakaria Jaber.

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