Nel 2017, l’ex sciatrice della nazionale austriaca Andrea (Gerti Drassl) decide di rendere pubbliche le sue molestie sessuali, subite nel collegio della Federazione sciistica, quando era ancora adolescente. Promessa dal grande avvenire, lascia lo sport a soli 22 anni perché in rotta con i suoi superiori, dopo essersi laureata campionessa nazionale e aver vinto diverso gare di coppa del Mondo. Per 40 anni ha taciuto ma dopo la morte improvvisa del marito, un fatto drammatico, quanto assurdo, le ha dato il coraggio di parlare e raccontare tutto. Dopo soltanto due giorni dalla scomparsa del consorte, il suo vicino di casa tenta un aggressione e lei riesce però a metterlo alla porta. Questo evento riporterà nuovamente a galla il passato atroce e scatenerà la reazione di Nicola, ormai decisa a servirsi di un giornale per denunciare la storia, ribellandosi all’omertà della Federazione, e facendosi portavoce di diverse altre vittime, anche in anni più recenti. In pratica viene scoperchiato il vaso di Pandora, non prima però aver subito minacce, angherie dell’opinione pubblica e di parte delle istituzioni sportive, e non solo. Nicola ha provato a mettersi tutto alle spalle, anche attraverso la psicoterapia, un matrimonio felice e sua figlia, che in quei giorni turbolenti rivela alla madre di essere incinta.

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Persona non grata è quindi un’opera apparentemente biografica ispirata alla vicenda dell’ex sciatrice della nazionale austriaca Nicola Spieß Werdenigg, con rimandi al genere d’inchiesta, che si apre alla trasmissione transgenerazionale del trauma, considerando il fatto che anche la madre di Nicola, da sciatrice professionista, si è scontrata con lo stesso sistema. L’eredità emotiva sembra appunto essere un punto di riferimento particolarmente rilevante di tutto il lavoro. Il primo lungometraggio del cinquantacinquenne regista austriaco (girato in Trentino Alto Adige), già autore di vari cortometraggi e spot pubblicitari, si muove sull’onda sollevata dal movimento #metoo, pur se non incentrato su di esso, piuttosto invece invita a riflettere sul perché si continui a parlare ancora troppo poco delle vittime, preoccupandosi di non mettere a rischio l’esistenza di un intero sistema. Nella neve tirolese, tra paesaggi mozzafiato, affiorano con una certa forza di sguardo, la solitudine, la frustrazione, i meccanismi di rimozione, la capacità di utilizzare il non detto, intervenendo anche in sottrazione. Si diceva opera solo apparentemente biografica, proprio perché la protagonista nel film non si chiama Nicola, bensì Andrea, perché Nicola non voleva si raccontasse la sua storia nei minimi dettagli, anche quelli più personali. Andrea è quindi un personaggio di finzione capace comunque di emozionare e coinvolgere, soprattutto nella dimensione in cui si percepisce l’urgenza tematica e la drammaticità dell’interpretazione, che va oltre l’agognata denuncia alla scoperta di un rigenerato sé.

Titolo originale: id.
Regia: Antonin Svoboda
Interpreti: Gerti Drassl, Katja Lechthaler, Jasmin Barbara Mairhofer, Lukas Miko, Peter Mitterrutzner, Maya Unger, Krista Posch, Andreas Patton
Distribuzione: Albolina Film
Durata: 92’
Origine: Austria, 2024

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