Miller’s Girl, di Jade Halley Bartlett

Jenna Ortega cerca il ruolo della maturità come femme fatale in un thriller erotico fuori fuoco, che fatica a parlare davvero di corpi, di sesso, ma anche a raccontare i respiri degli amanti

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BANDO BORSE DI STUDIO IN CRITICA, SCENEGGIATURA, FILMMAKING

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Colori pastello, virate verso il verde più freddo, respiro gotico che si fa strada negli spazi del racconto, a partire, ovviamente, dalla villa, fredda, vuota, spettrale, in cui vive la giovanissima Cairo Sweet.

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La protagonista di Miller’s Girl, interpretata da Jenna Ortega, pare non voler nascondere il suo legame con un’estetica burtoniana, quasi a volersi raccontare come una creatura scartata dall’immaginario del cineasta americano, o perlomeno, dal punto di vista della sua attrice, a tenere a portata quel cinema, quello della Wednesday di Netflix a cui offre corpo e volto, soprattutto come riferimento per mostrare la sua versatilità e maturità interpretativa. E allora non stupisce che Miller’s Girl sia un film tutto costruito proprio su Jenna Ortega, protagonista di un thriller erotico dal piglio smaccatamente anni ’90 su una studentessa che decide di iniziare un gioco seduttivo con il suo insegnante di letteratura. Lo fa, dice, per lavorare ad un progetto di scrittura creativa che rifletta sui rapporti proibiti tra allievi e docenti ma alla lunga il gioco diventerà troppo pericoloso e darà il via a conseguenze difficilissime da gestire per entrambi.

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Miller’s Girl parte da premesse promettenti che, in effetti, nei primi momenti pare cercare affondi da cinema europeo, quasi a voler rifare l’Ozon di Nella casa riflettendo però su censura, empowerement femminile, limiti del linguaggio espressivo. Ma tutto rimane uno spunto in realtà accantonato nel giro di un paio di inquadrature, accennato ma mai davvero pienamente sviluppato. Ecco, forse il limite più evidente del film è quello di essere molto meno provocatorio di quello che vuole lasciar intendere. Al film di Jade Halley Bartlett manca qualsiasi fascinazione per la fisicità dei corpi dei protagonisti, qualsiasi carisma. Mancano i sudori, i respiri di un racconto che voglia definirsi anche solo blandamente ironico, ma soprattutto manca quell’ironia tipica dei modelli anni ’90 a cui guarda.

Così, nel momento in cui dovrebbe affondare il colpo, Miller’s Girl trovare ogni scusa per tergiversare, tirarsi indietro: circoscrive le sequenze di seduzione, a volte le intrappola nel fuori quadro, addirittura arriva ad annacquare nel formalismo più spinto quella che a tutti gli effetti pare la scena madre nel racconto, quasi a voler porre un filtro tra “noi” e certi exploit del film.

Miller’s Girl potrebbe davvero essere il film della definitiva emancipazione di Jenna Ortega ma forse Jade Haley Bartlett crede troppo poco nella sua attrice: la vede ma non la “guarda” davvero e ogni qualvolta potrebbe cogliere e assecondare quel guizzo che potrebbe trasformarla nella giocosa femme fatale il cui modello l’attrice insegue fin dal primo minuto, perde invece l’occasione, quasi si distrae, come se non la considerasse, lei per prima, davvero matura per un ruolo genere. Sulla lunga distanza dunque la Ortega viene sostenuta con difficoltà dal film, che le offre poche occasioni per brillare davvero e che le permette di emergere solo nei momenti in cui il film si avvicina ai lidi della rom com più che a quelli dell’erotismo spinto. Per il resto del tempo l’attrice cerca come può di assecondare il passo del racconto ma raramente riesce ad assestare colpi memorabili, non riuscendo a evitare di mostrare non soltando la mancanza di complicità con un Martin Freeman mai davvero in gioco ma soprattutto con l’amica Winnie, interpretata da Gideon Adlon, che malgrado la leziosità pare avere davvero tutto ciò che alla Ortega manca in termini di presenza scenica.mMa forse si tratta della normale conseguenza di un film incapace di colpire davvero nel segno, sempre laterale, fuori fuoco, che vorrebbe, maliziosamente, ribellarsi ad una certa “narrazione” contemporanea ma che al contempo continua a raccontare tutta la malposta pudicizia dei nostri tempi.

Titolo originale: id.
Regia: Jade Halley Bartlett
Interpreti: Jenna Ortega, Martin Freeman, Dagmara Dominczyk, Gideon Adlon, Bashir Salahuddin, Christine Adams
Distribuzione: Lucky Red
Durata: 93′
Origine: USA, 2024

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
2
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Il voto dei lettori
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