Paradox Effect, di Scott Weintrob

Un noir metropolitano tutto in una notte, che punta alle stelle, al cinema di Mann e a quello degli action europei ma ha il fiato, la forza motrice, per afferrarne, stancamente, solo i contorni

--------------------------------------------------------------
BANDO BORSE DI STUDIO IN CRITICA, SCENEGGIATURA, FILMMAKING

--------------------------------------------------------------

Karina è una ex tossicodipendente che sta cercando di rifarsi una vita dopo un periodo di sofferenze. Proprio quando è in attesa di poter riabbracciare la figlia, che la sta raggiungendo a Bari dall’America, diviene però testimone di un omicidio e sarà costretta a seguire l’assassino nella più lunga notte della sua vita, che contrapporrà i due agli interessi di un mafioso senza scrupoli. È una strana alleanza, quella tra Karina ed il killer Kovek, che si gioca tutta in una notte, come accade in Collateral di Mann, che, da Il talento del calabrone a Come pecore in mezzo ai lupi, continua ad essere lo strano fantasma inseguito da certo cinema di genere che, da in qualche modo sfiora il nostro paese (Paradox Effect di italiana ha in effetti la produzione).

--------------------------------------------------------------
KIM KI-DUK: LA MONOGRAFIA DEFINITIVA!

--------------------------------------------------------------

Ma per quanto Scott Weintrob, che qui esordisce nel lungometraggio dopo un lungo apprendistato nella pubblicità, sia evidentemente un appassionato cinefilo, si avvicina davvero a Mann forse solo nel racconto concitata fuga notturna di Karina dall’aeroporto. A mancare è in effetti l’umanesimo di quel cinema, quel legame, profondissimo, dello sguardo del regista con i personaggi della storia.

----------------------------
UNICINEMA QUADRIENNALE:SCARICA LA GUIDA COMPLETA!

----------------------------

Tutto rimane sulla superfice, tutto si ferma ad una riflessione sui modi in cui la vita ci può far superare, a volte, i nostri limiti etici, costantemente evocata dai (verbosi) dialoghi tra i personaggi ma che non riesce a prendere corpo tra le immagini.

Non stupisce dunque se i due protagonisti (e forse soprattutto il boss mafioso interpretato da Harvey Keitel) si riducano a veri e propri tipi fissi, mai davvero profondi, spinti a forza a procedere nella narrazione. Tra i due è forse il Kovek di Oliver Trevena quello con la voce più definita, quasi un epigono di Jason Statham che a tratti pare vogliare salire in primo piano per dettare il ritmo di un film che quindi, nel giro di un paio di inquadrature passa da Mann ad un riattraversamento dei classici dell’Europacorp, da Besson a Leterrier.

Ecco a tratti, ripensato alla luce di questo approccio Paradox Effect fa girare leggermente meglio i suoi meccanismi, o meglio sembra muoversi con più leggerezza, riuscendo a lanciarsi in un inseguimento automobilistico ed in una sparatoria che non stupiscono mai davvero ma che perlomeno sanno dove guardare. È evidente, tuttavia, che alla lunga il film vada in sofferenza, annaspi, non riesca a evitare di irrigidirsi mostrando il set, come se riconoscesse, sottotraccia, di non avere la potenza di fuoco necessaria per sviluppare quell’idea di cinema a cui punta.

Ma malgrado provi a truccare le carte, a prendere tempo, Paradox Effect progressivamente pare perdere interesse e voglia di fare, conservando una manciata di idee per qualche timida fiammata ma lasciando grossomodo i personaggi da soli a confrontarsi con una storia che procede placida ma senza guizzi, svogliata, quasi volesse  lasciar  intendere di sapere esattamente come far procedere il racconto ma riconoscendo quanto ogni svolta utile a ravvivare la materia narrativa sia troppo complessa da gestire. E forse la strategia di Weintrob funziona, pur se in un modo tutto suo.

Perché Paradox Effect arriva alla fine senza mai davvero uscire fuori strada, così come era partito, forse intuendo, tuttavia, cosa significhi davvero “cinema” ma afferrandone il senso solo raramente.

 

Titolo originale: id.
Regia: Scott Weintrob
Interpreti: Olga Kurylenko, Harvey Keitel, Oliver Trevena, Alice Astons, Meredith Mickelson, Talia Asseraf, Andrea Garofalo, Romano Reggiani, Malich Cissé

 

Distribuzione: Notorious Pictures
Durata: 87′
Origine: USA, 2023

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
2.2
Sending
Il voto dei lettori
0 (0 voti)
----------------------------
SCUOLA DI CINEMA TRIENNALE: SCARICA LA GUIDA COMPLETA!

----------------------------

    ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER DI SENTIERI SELVAGGI

    Le news, le recensioni, i corsi di cinema, la riviste, i libri, gli eventi e tutte le nostre iniziative