Sasha è una ragazzina dallo spirito libero che decide di radersi i capelli per protesta, dopo essere stata costretta a trasferirsi dal padre, lasciando il nonno con il quale aveva un forte legame sentimentale. Scappa di casa e viene scambiata per un maschio da suoi coetanei che conosce per caso durante il suo vagare per la città. Sasha regge il “gioco” e continua a mostrarsi per quello che non è, trovando così il modo di entrare nel mondo della sua età, fino a quel momento lasciato estraneo alla sua crescita. Seguendo le traiettorie affascinanti e a volte pericolose dell’adolescenza, Sasha vive nell’inganno e la sua finzione di essere scambiata per un maschio potrebbe essere una possibilità di riscatto per intraprendere un rinnovato e stimolante percorso.

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Presentata al Lucca Film Festival del 2023, dove ha vinto i Premi della giuria popolare e della giuria studentesca, l’opera è stata bannata dalla Russia evidentemente per almeno due ragioni: il regista, Vladimir Beck, al suo secondo lungometraggio, dopo Little Bird del 2015, presentato alla Festa del Cinema di Roma, ha lasciato il suo Paese per Berlino, perché in contrasto con il presidente Putin e l’invasione dell’Ucraina.

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La seconda ragione è legata ovviamente al tema trattato, non direttamente ma implicitamente, dei diritti civili ed in particolare della discriminazione delle persone LGBTQIA+, che in Russia non conosce tregua, anche a causa di una legislazione discriminatoria nei loro confronti. La Corte Suprema ha dichiarato il “movimento sociale internazionale lgbt” estremista e illegale nel paese. Le autorità possono compiere arresti indiscriminati con condanne pesantissime (si parte da un minimo di 12 anni di carcere), verso chiunque venga accusato di farne parte. Davvero una bella sorpresa Sasha. Si fa amare tra i cromatismi chiaroscuri e tremende prese di coscienza in cui ritrovi il simbolico ragazzino, di cui si invaghisce la protagonista, che soffre di sonnambulismo e quella reticenza ossessiva a trattare determinati argomenti che potrebbero far crollare le certezze famigliari e patriottiche.

Perché all’insistenza richiesta di conoscere la vera causa della morte della madre, Sasha non riceve mai una risposta chiara e definitiva? È morta davvero di un male incurabile, come il nonno e il padre dicono, o c’è qualcos’altro che non si può fare emergere per pudore, vergogna, disonore, possibili violente ripercussioni sociali? Con incedere poetico, drammaticamente sensibile, la mdp disegna le sue traiettorie, a volte lineari, a volte più frastagliate, a volte astratte, ma sempre fortemente motivate a coronare i lineamenti di un paesaggio ferito, devastato, sull’orlo del baratro. La geofisica si espande, anzi, si rimette in discussione per certi versi, perché si procede decisamente all’abbattimento dei confini, partendo magari dai due opposti cigli della strada, divisi da una striscia bianca, con gli sguardi che si incrociano nel riprendere a correre seguendo la stessa direzione, per due rette parallele pronte però miracolosamente ad abbracciarsi.

Titolo originale: id.
Regia: Vladimir Beck
Interpreti: Anya Patokina, Stepan Belozerov, Polina Fedina, Viktoriya Tolstoganova, Margarita Tolstoganova, Pavel Yuzhakov-Kharlanchuk, Alexandr Ryazantsev, Konstantin Shpakov, Nikolay Klyamchuk, Natalia Sapozhnikova, Anastasiya Volynskaya
Distribuzione: Albolina Film
Durata: 106’
Origine: Russia, Italia 2023

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