Peaches Goes Bananas, di Marie Losier

Con un’occhio al rapporto con la sorella malata e l’altro alle sue elettro-punk performance, il doc sulla cantante queer Peaches ha un bellissimo strabismo di Venere. VENEZIA 81. Giornate degli Autori

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Le anarchiche e carnascialesche performance con mantelli di seni plastificati, profilattici giganti, twerk sulla faccia del pubblico, atti mimati di auto-masturbazione, cappelli a forme di vulve ben aperte e vestiario BSDM fanno parte da quasi trent’anni del repertorio di Peaches, l’artista canadese che infiamma ancora oggi con la sua musica elettronica i club e i palchi di mezzo mondo.

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Peaches Goes Bananas, il documentario che Marie Losier ha girato su di lei seguendola sin dal 2006 in vari tour, mostra naturalmente questo aspetto dell’esuberante personalità della cantante con un’energia contagiosa che intervalla a più riprese un lavoro lungo appena 73 minuti. Ma non è con queste esibizioni, che si situano in maniera del tutto nuova e personale al confine tra queer, punk e synth, che l’eclettica regista francese sceglie di aprire la sua ultima fatica. La prima scena di Peaches Goes Bananas si concentra infatti, in modo quasi voyeuristico, sul viso indurito dalle rughe e sul corpo non conforme della cinquantenne autrice di Fuck the Pain Away, aprendo una riflessione al passo coi tempi sulla necessità di raccontare anche questo aspetto in un’industria, come quella musicale, nemica dell’estetica aged. È la prima delle digressioni che il documentario si concede e che vuole inquadrare in un’ottica più ampia il noto anticonformismo sessuale della musicista di Toronto. Pur dando ampio risalto, quindi, alle orgiastiche performance di Peaches, Losier approfitta della vicinanza di cui ha potuto godere per tutti questi anni per farsi e farci sorprendere anche dal suo rapporto con la sorella Suri, che combatte la sempre più invalidante sclerosi multipla che tormenta il suo corpo, attraverso una vitalità e una bonomia di incredibile grazia. Con un encomiabile senso della misura, Peaches Goes Bananas concede a quello che in altre più grossolane mani sarebbe stato il cuore lacrimevole del documentario, uno spazio ristretto bilanciandola in modo non ricattatorio ma solo empatico con la necessaria esaltazione del mondo LGBTQ+ di cui Peaches è una delle più intelligenti rappresentanti.

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
3.7
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