Al quinto giorno di festival, è la volta di Brad Pitt e George Clooney. I due amici e colleghi di lunga data sbarcano al Lido per presentare Wolfs, film prodotto da Apple TV+ e diretto da Jon Watts (autore dei film di Spider-Man con Tom Holland). Alla conferenza stampa sono presenti anche Amy Ryan, Austin Abrams e il produttore Jeremy Kleiner, a sostituire il regista, risultato positivo al COVID-19.

In Wolfs, Clooney interpreta un fixer professionista assunto per coprire un crimine in casa di un’importante funzionaria newyorkese. Quando sulla scena si presenta un secondo risolvi-problemi (Pitt), i due “lupi solitari” si ritrovano, loro malgrado, a lavorare insieme.

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Per i due divi si tratta della settima pellicola in cui appaiono insieme sullo schermo. L’ultima volta è stata nel 2008, con Burn After Reading, dei fratelli Coen. Cosa li ha spinti, quindi, a riunirsi dopo così tanto tempo? “I soldi” scherza Clooney.

“Jon è arrivato con questa idea” ha elaborato Pitt, “e sembrava molto divertente. Abbiamo pensato che dovesse esserci una buona ragione per tornare a lavorare insieme, qualcosa che potesse costruire su quello che avevamo fatto prima. Ma devo dire anche che, invecchiando, mi piace passare il tempo con le persone che sono davvero importanti per me”. L’idea di Watts è piaciuta a entrambi, così tanto che la prima bozza che hanno letto è finita per diventare lo shooting script del film. Cosa che “non succede mai, di solito ci sono anni di sviluppo”.

Clooney e Pitt spendono poi belle parole per le co-star Amy Ryan, con cui volevano “assolutamente lavorare”, e Austin Abrams, che ha girato gran parte del film senza vestiti, nonostante le numerose riprese notturne. “Ha fatto lui il grosso del lavoro” sostiene Pitt.
Ryan ha definito i due attori “gentiluomini, che sono anche veterani del loro mestiere, e persone fenomenali con cui lavorare”, mentre Austin si è detto inizialmente nervoso all’idea di recitare con loro, ma alla fine “sono stati davvero generosi, in termini di attenzioni a quello che stavo facendo, quindi mi sono sentito molto apprezzato. Hanno reso tutto più facile”.

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Tutto Wolfs si regge (ovviamente) sulla chimica tra i due protagonisti. Chimica, che, a quanto pare, non è stata molto difficile da creare, secondo Clooney: “Brad e io facciamo questo lavoro da molto tempo, insieme e non, e parte del divertimento di questo film è stato trovare il ritmo per poter parlare uno sopra l’altro. Bisogna essere in grado di sentire la battuta dell’altro per poter rispondere e non ostacolarsi a vicenda. E il ritmo funzionava bene fin da subito, era facile. Austin aveva un monologo di due pagine che ha fatto tutto insieme, e quello è molto più difficile da fare”. Per Pitt, inoltre, è stato “eccitante” riavvicinarsi alle atmosfere dei film anni ‘70: “I film degli anni ‘70 sono i migliori. Sono nel nostro di DNA, sono quelli che ci hanno fatto desiderare di entrare nell’industria cinematografica”.

Le domande sono poi virate su argomenti caldi, quali la situazione attuale dell’industria con l’affermarsi dello streaming, e l’importanza della sala cinematografica.

Clooney si dice ottimista sul futuro: “Quando ero un giovane attore, c’erano 64 show televisivi. Oggi ci sono 700 show, c’è molto lavoro per gli attori. Si tratta solo di come trovarlo. Abbiamo bisogno dello streaming, la nostra industria ne ha bisogno, ma beneficia anche dal distribuire i film in sala. Per questo Brad e io stiamo cercando in tutti modi di far distribuire questo film. Lo streaming è una rivoluzione per l’industria, ma abbiamo bisogno di Apple e Amazon, e loro hanno bisogno delle case di distribuzione. Quello che vedo è molto più lavoro per gli attori, anche se ancora non abbiamo capito come sistemare le cose. Il COVID ha complicato davvero le cose, ma ci stiamo arrivando. A dire il vero sono molto eccitato per i giovani attori, perché penso che ci siano molte più opportunità rispetto a quando ero giovane”.

Gli fa eco Pitt: “Sarò sempre romantico riguardo all’esperienza in sala. Allo stesso tempo, amo l’esistenza degli streamer, perché possiamo vedere più storie, più talento, e c’è più visibilità. È un equilibrio molto delicato, ma si aggiusterà”.

Nel caso specifico, Wolfs godrà di una distribuzione limitata nelle sale, anche grazie al fatto che Clooney e Pitt hanno rinunciato a parte del loro salario per ottenerla: “Volevamo che fosse distribuito. Ci sono stati degli imprevisti lungo la strada, succede. Quando ho fatto Erano ragazzi in barca, l’abbiamo fatto per MGM ed è poi finito per diventare di Amazon e non abbiamo ottenuto una distribuzione all’estero, il che è stata una sorpresa. Ci sono cose che stiamo ancora cercando di capire. Siamo tutti parte di questa industria, e stiamo tutti cercando di superare il COVID. È un peccato, ovviamente, ma d’altra parte molte persone vedranno il film e ci sarà una distribuzione in qualche centinaio di cinema, anche se sarebbe stato bello averne una globale”.

La conferenza si è conclusa con il commento di Clooney a proposito dell’articolo da lui stesso pubblicato sul New York Times, in cui chiedeva al presidente USA Joe Biden di ritirarsi: “Non ho avuto l’opportunità di rispondere a questa domanda, quindi suppongo di poterlo fare ora. La persona che dovrebbe essere applaudita è il presidente, che ha fatto la cosa più altruista che qualcuno abbia mai fatto da George Washington a questa parte. Il resto sarà dimenticato, ed è giusto così. Quello che deve essere ricordato è il gesto altruista di Biden. È molto difficile rinunciare al potere, quindi tutto il credito va a lui”.

Wolfs uscirà su Apple TV+ il prossimo 27 settembre.

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