La scommessa. Una notte in corsia, di Giovanni Dota

Black comedy in ospedale, tutto in una notte, dove si gioca con la vita dei degenti. Divertente ma debolmente coinvolgente. VENEZIA81. Giornate degli Autori – Notti Veneziane

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In Italia a Ferragosto è tutto chiuso, anche gli ospedali. Questa potrebbe essere la visione spettrale che dall’estero hanno del nostro Paese e non sarebbe così distante dalla realtà. A Napoli, quel giorno, due infermieri “sfortunati”, Salvatore e Angelo, devono trascorrere il turno di notte all’ospedale Santi Martiri. Il primo (Lino Musella), preso totalmente dai soliti debiti di gioco e scommesse sportive, è costretto a versare il giorno dopo una certa somma persa. Il secondo (Carlo Buccirosso) vive invece una situazione familiare complessa, lottando tra la moglie gelosa (Iaia Forte), pronta sempre a presentarsi in corsia, e l’amante (Clotilde Sabatino), Operatore Socio Sanitario. Sembra una notte d’estate come le altre, tra sudoku, ispezioni ordinarie, indigesto caffè nocciolato della macchinetta, dispute sulle ferie concesse e non concesse, scaramucce amorose, telefonate alla mamma e il caldo insopportabile che non molla la presa.

L’arrivo in reparto di un malato in stato comatoso (Vittorio Ciorcalo), apparentemente terminale, per un ictus, trasformerà quella notte in una sorta di black comedy. Angelo, l’infermiere più navigato, è convinto che il paziente non supererà la notte, considerando le gravi condizioni. Salvatore, che ha sempre avuto un pò di astio verso il collega, gli prospetta una scommessa da fare sul contrario e cioè che il paziente resterà in vita almeno fino alla fine del loro turno di lavoro, alle sette di mattina. Angelo, dapprima molto restio, accetta la scommessa per giocarsi le ferie di Natale. Parte la sfida, tra colpi bassi, loschi figuri, medici cocainomani, medici alle prime armi con poco esperienza e i vari disumani tentativi opposti, per vincere la scommessa. Salvatore farà l’impossibile per tenere in vita il malcapitato e Angelo sarà pronto a tutto, quasi tutto, per far sì che quella notte conti un altro decesso.

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La scommessa. Una notte in corsia è chiaramente ispirata alla feconda e fortunata stagione della tradizione nostrana della commedia alla Monicelli, in cui la tragedia è sempre pronta a far ridere. Ci sarebbero tutti gli ingredienti giusti e calibrati per raggiungere l’obiettivo: brillanti interpreti napoletani della risata e della recitazione attoriale, cinematografica e soprattutto teatrale, lo spazio di una corsia ospedaliera in cui si incrociano dolori, sofferenze e spesso disincantate, e quindi involontarie reazioni divertenti degli operatori, il tempo di una notte soltanto, condensato perfetto per creare l’agognata amalgama tra dramma e commedia.

Giovanni Dota, autore al secondo lungometraggio, dopo Koza Nostra del 2022, trova anche i movimenti giusti per seguire la storia nel reparto, con la sua mdp che segue la labirintica evoluzione dell’intreccio. Sembra però mancare quella scintilla necessaria che faccia prendere forza e vigore all’opera, lasciandola deragliare anche solo per un istante. È sempre molto e paradossalmente controllata, non riuscendo totalmente ed evidentemente a liberare i suoi protagonisti nel loro tragicomico compromesso esistenziale.

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
2.5
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