2073, di Asif Kapadia

Ispirato a La jetée di Chris Marker, un documentario fantasy che viaggia nel tempo sull’avvento dei regimi totalitari e la perdita della democrazia. Ma gira a vuoto. VENEZIA81. Fuori Concorso.

-------------------------------------------------------
LA SCUOLA DI DOCUMENTARIO DI SENTIERI SELVAGGI

-------------------------------------------------------

“Spero che qualcuno trovi questo messaggio. È troppo tardi per me. Spero non lo sia per voi”. Ci sono incendi, alluvioni, coprifuochi, violenze della polizia sui civili. Sono squarci del presente già proiettati verso il futuro dove il pianeta sembra abbandonato. Nella San Francisco del 2073 sono rimasti solo i residui della civiltà. Una voce-off guida verso questo mondo futuro controllato da ultraliberisti e dittatori. Qui vive isolato Ghost che ha i giorni contati ed è testimone del terrificante futuro che ci attende: la scomparsa della democrazia, l’avvento dei regimi totalitari che sino presenti nel 72% del mondo, la moltiplicazione dei sistemi di sorveglianza, la perdita di libertà e identità.

Kapadia (ci) proietta nei prossimi 50 anni alternando paesaggi desolati e frammenti documentario di caos sociale ispirandosi al corto La jetée del 1962, tra i film fondamentali della Nouvelle Vague che è stato da modello anche per L’esercito delle 12 scimmie di Terry Gilliam. Se Chris Marker costruiva un clima allucinato attraverso una serie di fotografie (tranne una sequenza filmata di pochi secondi), Kapadia unisce la finzione distopica con frammenti documentari saltando tra passato, presente e futuro. La macchina del tempo torna indietro al 1990 e poi ripercorre l’ascesa di Donald Trump, la dittatura di Rodrigo Duterte nelle Filippine che ha portato all’omicidio di 30-40 persone al giorno soprattutto tra spacciatori e tossicodipendenti, il governo divisivo del Primo Ministro indiano Narenda Modi, il potere di Bolsonaro in Brasile con la deforestazione della foresta amazzonica. 2073 affronta anche la crisi climatica, la limitazione della libertà di stampa e sottolinea come i social abbiano avuto una funzione determinante in questo progressivo annullamento dei diritti.

----------------------------
UNICINEMA QUADRIENNALE:SCARICA LA GUIDA COMPLETA!

----------------------------

Come ha sottolineato Kapadia, il film parte proprio dal sistema di menzogna e corruzione che hanno portato alla Brexit e non nasconde i timori per la situazione politica in Italia, Germania e Francia. È soprattutto un’inchiesta giornalistica schizoide, non trascinante come i ritratti su Ayrton Senna, Amy Winehouse e Diego Armando Maradona. L’indignazione ha preso il sopravvento a scapito della chiarezza. Il montaggio è frenetico, velocissimo. Le immagini seguono una logica delle attrazioni ma in 2073 rischia di girare a vuoto così come il simbolismo è di maniera come il libro calpestato di Malcolm X. Poteva essere il pilot di una serie che poi riprende a raccontare le dittature del mondo. Così resta invece generalista, superficiale con in più la deriva fantasy-apocalittica con Samantha Morton che non aggiunge nulla, piuttosto toglie. Per il cinema di Kapadia un’inaspettata caduta. Sono forse le prove di un cinema fatto solo dall’intelligenza artificiale?

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
2
Sending
Il voto dei lettori
0 (0 voti)
----------------------------
SCUOLA DI CINEMA TRIENNALE: SCARICA LA GUIDA COMPLETA!

----------------------------

    ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER DI SENTIERI SELVAGGI

    Le news, le recensioni, i corsi di cinema, la riviste, i libri, gli eventi e tutte le nostre iniziative