Phantosmia, di Lav Diaz

Tra gli accadimenti e le attese, riconosciamo gli indizi di una grande costruzione epica che connette la storia al mito. E di un lento, necessario processo di guarigione. VENEZIA81. Fuori concorso

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Le allucinazioni olfattive che affliggono Hilarion Zabala, ranger dell’esercito in pensione, sono di difficile spiegazione. La causa, per la dottoressa a cui si rivolge, va ricercata nei traumi del passato, in una reazione psicosomatica dovuta allo stress e alla violenza della vita militare. La cura, perciò, deve essere radicale, risalire alla genesi del disturbo, ripercorrere tutte le tappe di un processo di indottrinamento e disumanizzazione che ha trasformato Hilarion in uno strumento di repressione del potere. Ed è così che il vecchio sergente si arruola nuovamente e si fa spedire nella colonia penale di Pulo. Là dovrà confrontarsi con il regime dispotico di un ufficiale maniaco e corrotto. E ancor più con le tristi vicende di Reyna, costretta a prostituirsi dalla matrigna che gestisce uno spaccio abusivo all’ingresso della colonia.

Al di là delle diagnosi e delle soluzioni, è chiaro che per Lav Diaz la fantosmia del protagonista è simbolica, esattamente come la psoriasi che colpiva Hermes Papauran in When the Waves Are Gone. È la reazione fisica a una degenerazione morale, il riflesso della malattia profonda che a partire dalle istituzioni, dagli organi infetti del potere, si diffonde a macchia d’olio in una società sempre più allo sbando. Non sembrerebbero esserci molti margini di consolazione nel mondo raccontato da Phantosmia, una specie di inferno desolato e fangoso, perennemente battuto dalla pioggia e percorso dalla follia del male. Sin dalla prima scena in cui una tranquilla comunità nella foresta viene sterminata, incipit che si rivelerà un salto all’indietro rispetto alla vicenda centrale del film, uno dei tanti incubi e fallimenti vissuti dal sergente Hilarion… Ed è una delle chiavi di Phantosmia, questo continuo avanti e indietro nel tempo, che tanto assomiglia al percorso di terapia a cui si sottopone il protagonista. Chiamato a confrontarsi con il proprio oscuro, a scrivere ricordi e confessioni sulle pagine di un diario, ma ancor più a reimmergersi concretamente nel passato.

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Ma in questa articolazione dei tempi riconosciamo la visione di Lav Diaz, per cui la linearità della storia sfuma in una specie di tempo astratto, nell’orizzonte permanente della condizione umana. Del resto, il nucleo della vicenda si svolge negli anni ’70, nel pieno della dittatura di Marcos, ma non ci sono i segni di una datazione certa. Siamo allo stesso modo nel presente. Oppure potremmo trovarci in qualsiasi altro momento in cui la paranoia e l’ossessione del potere si struttura in un sistema oppressivo e malato. Il che non significa ignorare i processi, i come e i perché, tutt’altro. Significa porsi su un piano più alto in cui il particolare confluisce nell’universale e i fatti vengono rimessi in discussione dalle idee in battaglia.

D’altro canto, Phantosmia conferma come il cinema di Lav Diaz stia sempre più ridando centralità alla narrazione, alle motivazioni delle scelte e dell’agire, ai nessi causali tra le cose. Sebbene gli accadimenti rimangano “rari”, come punti sospesi nell’aria, nell’umidità dell’atmosfera. Intervengono solo a tratti come degli a capo, delle linee di interruzione. Eppure sono tracce, indizi di una grande costruzione “epica”, come dice Lav Diaz. Cioè di un racconto che parte dal piano della realtà per andare poi alla ricerca dei fantasmi, quelli interiori, certo, ma ancor più quelli che appartengono alla dimensione del mito, come l’Haring Musang, il leggendario gatto selvatico a cui tutti danno la caccia, ma nessuno ha mai visto. E tutti questi indizi si dispongono a tracciare un percorso di guarigione, lungo, difficile, forse impossibile, ma comunque essenziale. Qualcosa che riguarda l’anima ben prima del corpo, ovviamente. La necessità di una nuova considerazione di sé stessi e degli altri, da maturare nel ritmo lento dell’attesa.

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
4.5
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