Premio Stella della Mole – Incontro con Martin Scorsese

Il regista americano ha incontrato la stampa al Museo del Cinema di Torino, dove stasera riceverà il riconoscimento e sarà protagonista di una masterclass e una retrospettiva

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Il Museo Nazionale del Cinema di Torino rende omaggio a Martin Scorsese con il Premio Stella della Mole in una due giorni dedicata al regista americano, in cui, oltre alla cerimonia di premiazione che avrà luogo oggi 7 ottobre nell’Aula Tempio della Mole Antonelliana, il regista di Taxi Driver incontrerà il pubblico per una masterclass a cui seguirà una retrospettiva.

Stamattina si è tenuta al Museo del Cinema la conferenza in cui Scorsese ha incontrato la stampa. L’incontro si è aperto con la consegna al regista da parte del presidente del Museo Enzo Ghigo e del direttore Domenico De Gaetano dei negativi originali del film di Giovanni Pastrone, Cabiria.

Scorsese ha iniziato la conferenza raccontando della sua Film Foundation, l’organizzazione che si occupa della conservazione e restauro del cinema classico: “È iniziato tutto quando abbiamo cercato di trovare buone copie o stampe di film che volevamo vedere. A quell’epoca, dovete capire, non c’erano i video, non c’erano altre possibilità di trovare il materiale tranne i repertory theatre, e io vivevo a Los Angeles all’epoca e c’erano parecchi piccoli cinema dove andare a vedere i film… Iniziammo a renderci conto con Brian De Palma, Jay Cocks, lo stesso Spielberg, che i film che guardavamo sarebbero andati perduti ed erano lavori che andavano dal 1935 al 1960… Film che avevano ispirato noi a diventare registi… E alla fine ci chiedevamo chi si prendeva cura della longevità del lavoro, parlando dei negativi… Con Sidney Pollack, Lucas, Coppola, Kubrick, Woody Allen, ci mettemmo assieme nel 1990 e sviluppammo la Fondazione sotto l’egida di Bob Rosen“.

Al regista americano è stato chiesto di dire qualcosa in merito alla voce del suo ritiro che si era sparsa dopo che gli ultimi lavori, quello su Sinatra e su Gesù, erano stati rinviati e se ci fossero delle novità riguardo ai due progetti: “Il film su Sinatra è stato rimandato, quello su Gesù ci sto lavorando”. Ha poi rassicurando la sala dicendo: “No, assolutamente io non intendo dire arrivederci al cinema. Devo fare ancora alcuni film e spero che Dio mi permetta ancora di farli, che mi dia la forza e anche i soldi per poterli fare, francamente”. E riguardo ai progetti futuri, Scorsese ha parlato anche del suo soggiorno in Sicilia in questo periodo: “Mi piace molto guardare al passato e nell’arco degli anni mi sono davvero appassionato e ho deciso di andare a vedere gli scavi archeologici di persona, soprattutto in Sicilia. E questo spiega un po’ perché sono stato l’executive producer di un film sull’archeologia sottomarina nel nord della Sicilia, la settimana scorsa per esempio eravamo a Taormina, Ustica. Questo è uno dei motivi delle tempistiche di questi progetti. Poi un viaggio a Roma, poi sono qui a Torino adesso e spero di poter tornare in Sicilia tra un giorno o due per visitare la città dove è cresciuto mio nonno Francesco Scorsese”.

Scorsese ha parlato anche di cosa rappresenta il cinema per le nuove generazioni: “Il cinema si sta evolvendo, è ancora a livello di infanzia in un certo senso. Che si tratta qualcosa su TikTok, o sullo schermo o un lungometraggio di finzione, penso che si tratti soprattutto di una domanda su come si possa continuare a raccontare storie alle altre persone e perché vogliamo raccontare queste storie, chi siamo noi… Ora il cinema come lo conoscevamo è cambiato completamente. Non so in che direzione stia andando, può andare in qualsiasi direzione, andare a finire su un tablet o qualcosa infilato nella tua testa, nella tua mente… Un cip in modo tale da vivere nella realtà virtuale”.

A conclusione della conferenza, il regista ha discusso del suo rapporto con la televisione, citando le due serie da lui prodotte Boardwalk Empire e Vinyl, e del rapporto con le piattaforme streaming che hanno prodotto i suoi due ultimi lavori The Irishman Killers of the Flower Moon: “Sono stato produttore e ho anche fatto la regia dell’episodio pilota, anche di Vinyl… Boardwalk Empire è andato bene alla fine, però il mio problema era che io avevo qualcosa di più ambizioso in mente e avrei dovuto dedicarmici per tutta la vita, e non so francamente se in un contesto del genere avrei potuto avere il supporto di cui avevo bisogno dal punto di vista creativo. Così ho deciso di fare un passo indietro. Con le piattaforme streaming l’elemento chiave credo sia stato proprio The Irishman. È stato un punto di svolta, volevo davvero fare questo film con De Niro, Joe Pesci, Pacino e sapevamo che avremmo dovuto adottare delle tecnologie nuove che costavano un sacco di soldi. Questo richiedeva molto fondi e Netflix era disponibile a darci questi soldi. E ho detto ‘ma sì, si può fare…’ “. E riguardo alla durata dei suoi lavori: “Ora c’è un pubblico diverso, c’è un pubblico a casa che si siede sul divano e guarda tre, quattro ore di un qualcosa che è storia alla fine in un schermo. Può essere trasferito al cinema? Qualcuno ci andrebbe al cinema? È un’esperienza diversa, però magari  a qualcuno interessa… Questo è un momento in cui ci si può cimentare sperimentando nuove forme per capire cosa può piacere o non piacere al pubblico, cosa può accettare o non accettare… con The Irishman e Killers of the Flower Moon guardarli al cinema tutto d’un fiato è diverso che stare a casa andare in cucina e tornare indietro… Che poi in realtà al pubblico piacciono entrambe le esperienze”.

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