Il robot selvaggio, di Chris Sanders

Tratto dall’omonimo libro di Peter Brown, è il ritorno in grande stile della Dreamworks che racconta eccellentemente il conflitto tra progresso e natura attraverso un apparato visivo di rara intensità

-------------------------------------------------------
AI per FILMMAKING, corso online dal 22 ottobre, con Andrea Traina

-------------------------------------------------------
-------------------------------------------------------
LA SCUOLA DI DOCUMENTARIO DI SENTIERI SELVAGGI

-------------------------------------------------------

Una nave cargo della Universal Dynamics durante un tifone perde sei dei robot che stava trasportando su un’isola remota, abitata solamente da animali selvatici. Uno di questi, utili agli esseri umani per svolgere i più disparati compiti, ROZZOM 7134 poi soprannominato Roz, viene accidentalmente attivato da uno di questi animali con cui però non riesce a interagire anche se inizia la sua ricerca spasmodica del compito da svolgere. Durante una fuga dall’orso, creatura più feroce dell’isola, Roz schiaccia accidentalmente delle uova di oca, lasciandone intatta solamente una. La missione da portare a termine diviene quindi crescere l’oca sopravvissuta; che una volta schiusa verrà chiamata Beccolustro. Aiutato dalla volpe Fink sarà per Roz l’occasione di scoprire dentro se stessa un istinto puramente umano e non più artificiale, ovvero l’affetto scaturito dal senso materno.

Il robot selvaggio, tratto dall’omonimo libro illustrato di Peter Brown e adattato e diretto da Chris Sanders, segna un ritorno in grande stile della DreamWorks, rispolverando le qualità tipiche della casa d’animazione statunitense che negli ultimi anni sembravano appannate. Infatti si assiste ad un’esposizione chiara e affatto scontata di temi maturi, apparentemente in controtendenza pensando ai prodotti d’animazione contemporanei. Il robot selvaggio difatti appare attento al racconto di formazione, che si fa raffinato guardando al modo in i personaggi interagiscono con la morte. È possibile assistere a momenti di crudezza tangibili e soprattutto necessari: sono gli stessi animali abitanti dell’isola ad ammettere l’esistenza di una gerarchia, disegnata da una catena alimentare alla quale non ci si può sottrarre. Mangiare o venire mangiati. Questi sono punti fondamentali per costruire una crescita nello spettatore, specialmente in tenera età, in modo da scaturire domande importanti che accompagnano una crescita “critica” nei confronti di ciò che possiamo trovare dentro e fuori noi stessi.

Il senso de Il robot selvaggio poi sembra schiudersi pensando allo scorrere degli eventi, collegati eccellentemente tra loro in modo spontaneo e mai artificioso. Roz inizia questa avventura in quanto macchina asservita ai fabbisogni degli esseri umani, e la vediamo trasformarsi teneramente in qualcosa di oltre; aiutato dalla nascita in lei di pulsioni intangibili e appropriandosi in tutto e per tutto della sua stessa vita. Persino sul suo “corpo” questo cambiamento si fa palpabile, quando ad un certo punti la vediamo ricoperta di muschio e piante, ovvero organismi biologicamente vivi che hanno trovato il modo di nascere su un qualcosa di dichiaratamente inorganico – citando, tra l’altro, Miyazaki e il suo Il castello nel cielo. Nel confronto natura/uomo il film di Chris Sanders si presenta lucidissimo nel portare all’attenzione dello spettatore degli scenari apocalittici e che, non così sottotraccia, parlano eloquentemente delle conseguenze del cambiamento climatico; conseguenze che ormai abbiamo tristemente assimilato.

L’apporto maggiore infine sembra essere dato dallo stesso apparato visivo, che si compone di un disegno “macchiaiolo” e apparentemente accennato, ma che a ben vedere nasconde una concretezza rara. L’apporto che può offrire questo prodotto Dreamworks è importante, specialmente quando il discorso si rivolge alla macroquestione dell’automazione e alle derive che questa può prendere: è davvero necessario inseguire il progresso? O c’è abbastanza spazio per lasciare alle macchine (ormai pensanti) l’indipendenza che potrebbero presto reclamare?

Titolo originale: The Wild Robot
Regia: Chris Sanders
Voci: Lupita Nyong’o, Pedro Pascal, Catherine O’Hara, Bill Nighy, Kit Connor, Stephanie Hsu, Matt Berry, Ving Rhames, Mark Hamill, Raphael Alejandro, Eddie Park
Distribuzione: Universal Pictures
Durata: 102′
Origine: USA, 2024

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
4
Sending
Il voto dei lettori
0 (0 voti)
--------------------------------------------------------------
UNICINEMA scarica la Guida completa della Quadriennale di Sentieri Selvaggi

--------------------------------------------------------------
----------------------------
SCUOLA DI CINEMA TRIENNALE: SCARICA LA GUIDA COMPLETA!

----------------------------

    ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER DI SENTIERI SELVAGGI

    Le news, le recensioni, i corsi di cinema, la riviste, i libri, gli eventi e tutte le nostre iniziative