Joker: Folie à Deux – Anatomia di un flop

Un film anti-spettacolare che vuole rielaborare i concetti del primo capitolo con coordinate nuove. Forse è questo il motivo del flop al box-office?

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Lui non è malato. È perfetto“, afferma la Harleen Lee Quinzel di Lady Gaga in Joker: Folie à Deux, l’ultima fatica di Todd Philips e sequel del successo del Joker uscito nel 2019. È lo stesso frame con cui viene inquadrato il lungometraggio, bistrattato a tutte le latitudini e difeso soltanto da pochissimi.

Joker: Folie à Deux parla di Arthur Fleck – interpretato da Joaquin Phoenix – che dopo gli eventi del primo film si trova a difendere se stesso in tribunale in un processo il cui unico scopo è stabilire se abbia o meno una seconda personalità: il Joker. In una storia giudiziaria che a volte sconfina nel dramma carcerario, a fare da contraltare appare la figura di Lee, una ragazza rinchiusa come lui in manicomio che è innamorata dell’idolo rivoluzionario che l’uomo rappresenta. Potremmo definire Joker: Folie à Deux a metà tra il musical e il dramma, tra il romance e il film d’autore, un film che vuole rielaborare e ripresentare i concetti che avevano reso famoso il primo capitolo ma con coordinate nuove e anti-spettacolari. Ed è forse è per questo che il film sta floppando al box-office USA.

Infatti, al botteghino statunitense il film ha raggiunto la bellezza di 39 milioni di dollari, contro un budget di 190 milioni di dollari. E se ciò non fosse abbastanza, tra venerdì 4 ottobre e sabato 5 ottobre c’è stato un crollo degli incassi del -45%, con la valutazione media del pubblico equivalente a D su CinemaScore, come riportato da Deadline.

Per spiegare questo clamoroso flop al botteghino – anche se nel resto del mondo la ricezione è stata più positiva, in Italia oggi il film ha superato i 5 milioni di euro – esistono due plausibili motivazioni: il budget troppo alto e l’esistenza stessa non giustificata di questo sequel del Joker.

All’inizio il budget doveva ammontare a soli 70 milioni di dollari ma alla fine è stato di quasi 200 milioni. Parte della spesa è stata rappresentata dalla scelta registica di utilizzare telecamere Imax e filmare con la pellicola in celluloide Imax 1570. Inoltre, si vocifera che i i cachet dei due attori principali e del regista rappresentino insieme un budget di 50 milioni di dollari. E stiamo parlando di un film d’autore, non del blockbuster futuro campione d’incassi.

Il problema di Joker: Folie à Deux risiede probabilmente nella sua incapacità di trovarsi una fetta di pubblico a cui fare riferimento. La ricezione generale dagli spettatori non è stata ottima: 31% di recensioni positive su Rotten Tomatoes, la media di 4.2 su Metacritic, solo 5.3 su IMDb. In parte ciò sarebbe ricollegabile al solo uso formale che il regista fa dei personaggi DC di Joker e Harley Quinn, qui svuotati del loro simbolismo e delle loro caratteristiche fumettistiche per significare altro. Inoltre, una parte del pubblico maschile – che ha portato al successo Joker anni fa – ha lamentato un “approccio woke”, con la scelta di Lady Gaga come coprotagonista e il musical d’altri tempi come linguaggio cinematografico. E come sequel, ha senso? Tutti, dal regista al protagonista, hanno sempre affermato che nessun seguito del Joker fosse necessario, e il film stesso non ha avuto la fortuna di avere la stessa ricezione di altre pellicole: Joker: Folie à Deux non possiede infatti la forza impattante del clamoroso Furiosa di George Miller o le riflessioni femministe del politico The First Omen di Arkasha Stevenson, si tratta “solo” di una nuova rilettura e un approfondimento del personaggio.

Il tutto, quindi, si è tradotto in un risultato al botteghino deludente sul suolo americano, quasi come l’altrettanto ostracizzato Megalopolis di Francis Ford Coppola. Con la recente scissione di opinioni tra Todd Philips e la DC Studios, un ulteriore sequel è impossibile. Tuttavia, era  improbabile anche anni fa: forse è questa la debolezza più grande di un film incompreso.

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