"Il doppiaggio è una grande forza e un grande vanto di questa nazione". Incontro con i doppiatori de "L'era glaciale 2"

Arriva nelle sale italiane “L'era glaciale 2: il disgelo”. Accanto a Leo Gullotta (Manny il mammuth), Pino Insegno (Diego la tigre) e Claudio Bisio (Sid il bradipo), arrivano due new entry: Roberta Lanfranchi (Ellie la mammuth) e l'ex cantante dei Blue, Lee Ryan (Eddie l'opossum). Li abbiamo incontrati per scoprire i retroscena dei loro personaggi.

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BANDO BORSE DI STUDIO IN CRITICA, SCENEGGIATURA, FILMMAKING

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Claudio Bisio e Pino Insegno, come è stato riavvicinarsi ai personaggi di Sid, il bradipo, e Diego, la tigre?

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Bisio: Come ho già detto tre anni fa, quando uscì L'era glaciale, io non sono un doppiatore. Per me è stata una specie di scoperta, un mondo nuovo. È stato molto divertente. Non lo so, forse doppiare un cartone animato è più facile, forse no, però è vero che hai dei paletti, degli argini ben precisi: il movimento labiale ad esempio, e poi, anche grazie ai DVD, si cerca di rendere il doppiaggio nelle varie lingue il più omogeneo possibile. Nel caso del mio amatissimo Sid, ad esempio, la cosiddetta 'zeppa' non l'ho inventata io, ma è già nella versione originale, dove il doppiatore è un grandissimo attore come John Leguizamo, che in Moulin Rouge! era Toulouse-Lautrec, che in effetti parla proprio così e mi ha passato questo testimone. In ogni caso è un'esperienza che continua a stupirmi: innanzitutto della mia voce che non è riconoscibile. La mia come quella di Pino Insegno e di Leo Gullotta.


 


Insegno: È certamente più difficile doppiare un cartone animato, dare la propria anima ad un personaggio mantenendo la sua, senza far vedere la faccia di Claudio Bisio o Pino Insegno. Devi essere più ricco, devi dargli una tridimensionalità. Un bravo doppiatore non lo devi riconoscere. E questo è il pregio del film: non hai davanti la faccia di Claudio, di Leo o di Pino quando guardi il film, perché il doppiatore non va a vampirizzare il personaggio; va a rifare semplicemente quello che altri hanno già fatto, valorizzandolo in un'altra lingua. Non è un nome importante quello che porta l'incasso del film, ma la professionalità con la quale il lavoro viene affrontato. Tra l'altro vorrei aprire una parentesi proprio sulla questione del doppiaggio, anche per dare forza a questo mestiere che è davvero meraviglioso. I film vengono doppiati in quasi tutti i Paesi e i doppiatori italiani sono riconosciuti come i più bravi al mondo, anche a detta degli stessi attori stranieri che ci eleggono sempre come miglior doppiaggio europeo. Lo dico soprattutto per i "puristi". Inoltre ora ci sono anche i DVD, quindi c'è la possibilità di vedere la versione nella lingua originale. Il cinema tradotto agevola la visione del film a chi non ha familiarità con le lingue straniere. Si doppia perché è una grande forza e un grande vanto di questa nazione. Tecnici del suono, montatori, direttori di doppiaggio, adattatori e doppiatori, a livello "artigianale" sono i più bravi. Non lo dico per piaggeria, ma Claudio e Roberta sono stati due bravissimi doppiatori. Nel film non li vedi nel personaggio che hanno doppiato.


 


In questo secondo episodio ci sono dei nuovi personaggi. Roberta Lanfranchi ha doppiato la mammuth. Ci racconta la sua esperienza?


 


Lanfranchi: Quando mi hanno proposto di dare la voce a Ellie, questa mammuth di 9 tonnellate, ho pensato di non farlo, perché non ho mai affrontato il doppiaggio. L'ho sempre guardato con molta ammirazione, ma non mi sono mai ritenuta in grado di poter affrontare una cosa del genere. Però poi mi sono ricordata de L'era glaciale, che era piaciuto così tanto sia a me che a Matteo, il nostro figlio maggiore, e mi sono detta "perché no?". Devo ringraziare soprattutto il direttore del doppiaggio, Marco Guadagno, perchè il primo giorno ero molto tesa e lui mi ha dato molta libertà, mi ha permesso di fare un po' di testa mia, e credo che ne sia uscito fuori un buon prodotto. È stato faticoso, perché guardare lo schermo e contemporaneamente leggere la battuta mentre in cuffia hai la versione originale non è proprio uno scherzo, anzi ho passato una buona mezz'ora lacrimando perché ero totalmente nel panico! Ma è stato anche molto divertente. Non credo che ripeterò questa esperienza, preferisco lasciare il lavoro del doppiaggio a chi lo sa fare veramente.

A proposito di doppiatori professionisti e non, Lee Ryan ha affrontato un ruolo non suo…


 


Ryan: Non è stato affatto semplice, però devo dire che il compito è stato reso più facile dal fatto che l'italiano è una lingua molto passionale. Il mio personaggio è molto teatrale, che tende a dare mostra di sé, quindi per me è stato molto più semplice perché ho potuto enfatizzarlo ulteriormente. Per me è stata una grandissima esperienza e anche una sfida, perché finora avevo cantato in italiano, ma non avevo mai recitato. Nella versione inglese de L'era glaciale 2: il disgelo avevo doppiato un ruolo piccolino. Ma in tutte le interviste mi chiedevano sempre di questa esperienza nella versione italiana. Credo che sia la prima volta in assoluto che uno straniero viene chiamato a doppiare un personaggio in italiano e per me è stato un grandissimo onore.


 


E poi c'è la canzone che fa parte della colonna sonora…


 


Ryan: Ah già, per un momento sono diventato un attore e avevo dimenticato di essere un cantante!


 


Altri progetti cinematografici? Magari in italiano?


 


Ryan: Io sono un grande appassionato di cinema, mi piace tantissimo. Anzi sto per dirigere il mio primo film. Un progetto che penso di realizzare nei prossimi mesi, ma siamo ancora nella fase di pre-produzione, stiamo quindi ancora accogliendo i finanziamenti per realizzarlo. In realtà si tratta della regia di tre corti che realizzerò a scopi didattici e parleranno della difficoltà di apprendimento, saranno diretti ai bambini perché attraverso i miei film voglio trasmettere un messaggio e poi dirigerò anche un video. Mi piace moltissimo il cinema in generale, mi piacciono le grandi produzioni hollywoodiane, ma mi piacciono anche molto i film indipendenti, più artistici, d'autore, dove hai meno vincoli da parte degli studios, puoi farti condizionare meno dall'aspetto commerciale e concentrarti sull'aspetto artistico, andando ad esplorare anche le zone d'ombra.


E poi siccome ho intenzione di imparare l'italiano, ho in programma di trascorrere l'estate qui a Roma perché credo che sia uno dei posti più belli sulla faccia della terra, c'è tantissima storia ci sono tantissime cose da vedere e credo che questo mi consentirà anche di migliorare la mia conoscenza della vostra lingua.

Claudio Bisio quanto si diverte a saltare dal teatro, al cinema, alla televisione?


 


Bisio: La domanda che mi faccio ogni tanto è: cosa farò da grande? Andando avanti così ho compiuto 49 anni e ancora non mi sento grande, quindi penso che salterò l'età adulta e passerò direttamente alla terza età. Mi rendo conto che questo eclettismo può essere anche un handicap, ma fa parte del mio carattere… è un modo di curiosare. La prima volta, quando mi proposero di doppiare L'era glaciale, non sapevo di cosa si trattasse, mi parlarono di un bradipo e nel mio immaginario il bradipo è un animale che si trova in un letargo perenne, io invece sono un logorroico per natura. Poi mi mandarono un piccolo demo di 4 minuti, in inglese, quello con la scena in cui scivolano sul ghiaccio, dove si sentivano solo delle urla. Feci l'errore di vederlo insieme ai miei figli, che lo hanno consumato e hanno cominciato a chiamare tutti gli amichetti. Non c'era Zelig che tenesse, l'idea che potessi fare quella cosa lì, prima ancora che uscisse… è successo come per Roberta con il figlio Matteo. Il primo maggio farò uno spettacolo qui a Roma che è ancora diverso da Zelig, da un cartone animato e dal Gorilla. È questo che mi dà vitalità, è un po' come mettersi alla prova, con cose diverse. Mai duplicarsi.


 


I vostri figli vi hanno spinto a fare questo doppiaggio. Ma quando i figli eravate voi quali erano i cartoon che vi avrebbero spinto a convincere i vostri genitori a doppiare?


 


Insegno: Per quanto mi riguarda Peter Pan, tutta la vita. Credo che sia uno dei personaggi che rispecchia di più chi fa questo mestiere. Soprattutto per chi salta da una parte all'altra senza invecchiare mai. Proprio per questo mi piace il doppiaggio, perché mi permette di essere cose, persone, che non potrò mai essere in vita mia: non potrò mai essere il Re degli uomini (Aragorn – Il Signore degli anelli, ndr) o Ray Charles (Ray, ndr) o un poliziotto corrotto (Crash – contatto fisico, ndr). Per me significa continuare quel sogno di bambino di poter essere tutto, pur non potendo essere tutto questo. Quindi Peter Pan è certamente quello che mi ha affascinato di più da piccolo ed è quello che riguardo più volentieri.


 


Lanfranchi: A me è sempre piaciuto Bambi. Sono sempre stata, anche da bambina, molto testarda, volevo sempre fare di testa mia. Il fatto che Bambi dovesse affrontare la sua vita senza l'aiuto di nessuno, a parte gli amici che lo spronavano ad andare avanti, mi è sempre piaciuto molto ed è un cartone animato a cui talvolta ho fatto riferimento.


 


Ryan: Io ho sempre amato Tom & Jerry. Mi piacciono tantissimo le scene con gli inseguimenti.


 


Bisio: come personaggio a me piace Paperino. Con quella voce così strana… in originale era di Franco Latini.

Qual è stata la sequenza più difficile da doppiare ne L'era glaciale 2?


 


Lanfranchi: Per quanto mi riguarda in assoluto la parte più difficile è stata quella in cui c'erano i versi e gli urli. Mi vergognavo da morire.


 


Insegno: E' vero, quella è una parte difficile anche per noi doppiatori. Se sei fermo davanti al microfono, fare l'amore per finta e combattere per finta sono le cose peggiori che ti possano capitare. Soprattutto perché va in iperventilazione il cervello, perché ansimi o combatti per 2 o 3 minuti di seguito a vuoto. Quando doppiammo Platoon, due di noi svennero. La battaglia nella Terra di Mezzo (Il Signore degli Anelli, ndr) ha fatto più vittime in sala di doppiaggio che sullo schermo. Per cui devi spezzettare quei momenti in 20 o 30 secondi per affrontarli bene.


 


Ryan: Per me l'aspetto più difficile non è stato tanto il fatto di recitare in italiano, perché avevo qualcuno che mi traduceva le battute, quanto la concentrazione. Anche perché io la mia parte l'ho doppiata in due giorni, lavorando circa sei ore al giorno. Inoltre dovevo cercare di pronunciare le mie frasi molto velocemente.


 


Bisio: Più che una difficoltà, direi una scomodità, abitando a Milano, perché sono dovuto tornare a Roma per rifare una canzoncina!

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    Un commento

    • ADORO SID E CLAUDIO BISIO E LEE RYAN E EDDIE SONO DUE CESSI!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!1