PRENDITI UN SOGNO di Mark Herman

VHS

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BANDO BORSE DI STUDIO IN CRITICA, SCENEGGIATURA, FILMMAKING

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TITOLO ORIGINALE:Purely Belter
REGIA: Mark Herman
INTERPRETI:Chris Beattie, Greg McLane, Jody Baldwin, Charlie Hardwick
DURATA: 99’
ORIGINE:Gran Bretagna 2001
DISTRIBUZIONE: Elle U Multimedia
FORMATO VIDEO: vhs, noleggio
È tutt’altro che facile mantenere l’equilibrio tra realismo sociale e sense of humour, anche per una tradizione –come quella britannica- ferrata nel confrontarsi con entrambi questi poli. “Prenditi un sogno” riesce però a mantenersi in questo stato di grazia. Tratto da un racconto di Jonathan Tulloch (“the seasonal ticket”) – è una storia di sogni e entusiasmo, il cui focus è la goffa tenacia dei due adolescenti protagonisti. Il contesto è quello di una Newcastle degradata, della criminalità minorile e degli assistenti sociali. Il titolo italiano richiama l’ostinazione a sognare nonostante un’ostile realtà sociale, ma suggerisce anche la poca rilevanza di quello che si cerca (prenditi “un” sogno), purché si creda in qualcosa. L’abbonamento allo stadio diventa quindi il motore quasi casuale di ogni azione nonché il simbolo della povertà di occasioni. La mano registica è simpatetica come in “Grazie signora Tatcher”, i risultati più felici, grazie alla freschezza evocata azioni-emozioni dei due protagonisti -bravi e naturali, notevole Chris Beattie- al britannico eclettismo della colonna sonora (da Gabrielle ai Prodigy), ed al ritmo vivace (macro-scansione in 4 stagioni). Il lato più pregevole del film rimane il ritratto della working class: rifuggendo tanto dal paternalismo sociale quanto dal cinismo, il film riesce ad inquadrare senza pietà, e con una buona dose di naturalismo, i mali di un povertà suburbana in balia di noia, alcol e tossicodipendenza, tratteggiando allo stesso tempo una serie di personaggi che, pur figli di questo contesto, trovano il modo di inseguire un vitalismo concreto e non utopistico. Viste le premesse sociali, sarebbe stato altrettanto facile cadere nel bozzetto patetico, ma regista e attori tengono viva la partecipazione emotiva e drammatica senza mai calcare la mano dove la scena presenta un potenziale elegiaco. E la commedia nasce da radici inaspettate.

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