"Flicka – Uno spirito libero", di Michael Mayer
Cinema "anziano" che – come certi canuti cowboy affacciati da secoli alle verande del Wyoming – guarda al passato, racconta pateticamente la fine di un mondo – la fine del West – attaccandosi alla bottiglia dei ricordi ed illudendosi di poterci ancora cavare qualcosa di buono per i 16enni che vanno al cinema nel 2007.
Flicka – remake del quasi omonimo “My Friend Flicka” diretto da Harold Schuster in Svezia nel 1944 – apparterrebbe invece al fruttuoso filone denominabile “una ragazzina ed il suo amato cavallo”. Si tratta della storia di un’amicizia istantanea tra una cocciuta adolescente invasa dall’amore per i purosangue, le praterie ed i ranch ed un cavallo selvaggio incrociato, un bel giorno, in montagna: deciderà di conquistarlo e addomesticarlo, specchiandosi nella sua indole ribelle e ritrovando nella sua galoppata furiosa la stessa aspirazione ad una libertà incondizionata.
Il racconto è tutto puntellato sui vecchi immutabili valori dell’america profonda, quella del Sud, ricoperto da cima a fondo di pigre metafore esistenziali ed intriso di mortificanti riferimenti al pretesto dualismo natura-libertà/cultura-reclusione.
Un film evidentemente pensato per un pubblico di ragazzi eppure, contemporaneamente, un film incredibilmente anziano nel modo in cui è stato pensato e girato: produzione che – come certi canuti cowboy affacciati da secoli alle verande del Wyoming – guarda al passato, racconta pateticamente la fine di un mondo – la fine del West – attaccandosi alla bottiglia dei ricordi ed illudendosi di poterci ancora cavare qualcosa di buono per i 16enni che vanno al cinema nel 2007. Come se bastasse ancora il campo lungo sulla prateria ed un carrello laterale ad inseguire zoccoli in velocità e criniere al vento. Nel volumetto di cui si diceva, concentrarsi su esempi migliori.
Regia: Michael Mayer
Interpreti: Alison Lohman, Tim McGraw, Maria Bello, Ryan Kwanten.
Genere: Drammatico
Origine: UK/USA, 2006
Durata: 95 minuti.