"Tideland – Il mondo capovolto", di Terry Gilliam
Presentato in concorso al festival di San Sebastian nel 2005 e uscito ora in Italia, il nuovissimo film del regista americano porta sullo schermo il sogno oscuro dell’infanzia che scopre e termina il mondo. Tra Alice nel paese delle meraviglie, Il mago di Oz, La leggenda del Re Pescatore e L’esercito delle 12 scimmie…, tutto quello che non si è visto in I fratelli Grimm e l’incantevole strega!
Qui però il tempo è passato, la casa è decrepita e immersa nel nulla dei campi di grano e ai due non resta che installarsi nella polvere. Quando poi anche papà Noah tira le cuoia per un’overdose e diviene una mummia dormiente in eterno sulla sua nuova poltrona, Jeliza-Rose continua a galleggiare nella sua solitidine e prende a vagare tra le assi sconnesse della villetta e nelle campagne dei dintorni. Ad accompagnarla solo le teste di tre Barbie squartate, sue inseparabili amiche, con le quali non smette mai di parlare, ma anche la fantasia di un mondo d’orrore e magia, dove i vantaggi del buon vicinato le offrono ben presto l’incontro con una megera, cui dà il nome di Regina Guhnilda (una Jennifer Tilly orba, zoppa e vestita di nero che neanche Un’esplosione che è una sorta di “big bang” nell’universo di Jaliza-Rose: un po’ come accadeva a Donnie Darko, infatti, anche per lei il mondo inizia e finisce con una implosione della realtà nel suo mondo magico. Terry Gilliam intanto chiude il suo film nella dissolvenza sul nero degli occhi della bambina, alle cui spalle si accendono le fiamme di una piccola catastrofe… Il mondo per lei finisce ed inizia, intrappolato nelle macerie di una fantasia dark governata dall’innocenza dell’infanzia, dove paura e libertà si fondono in un impasto senza soluzione: terribile sogno/meraviglioso incubo dal quale non c’è via d’uscita… Se questo non è il miglior ritratto del mondo in cui oggi viviamo, di sicuro ci si avvicina con un’approssimazione poetica/politica rara ed eccezionale. Atto estremo di un film fuori regola, che tiene insieme la gloria infinita di un mondo indefinibile fatto di coordinate irreali e architetture immateriali, dove solo la geometria dell’inconscio infantile può entrare e trovare un sistema di riferimento. Terry Gilliam ne possiede le chiavi e, quando è in vena come in questo caso, innesca adeguatamente il trip, lasciando un varco d’accesso al pubblico volenteroso. Qui fa da medium una piccola attrice di nome Jodelle Ferland (11 anni, canadese con un buon curriculum televisivo e qualche apparizione sul grande schermo) cui Gilliam affida praticamente l’intero film. Jeff Bridges conferma d’essere l’icona del cinema di questo regista, Jennifer Tilly strafà meravigliosamente sotto il trucco della megera, Brendan Fletcher si contorce d’ingenuità nel ruolo di Dickens, tanto quanto Brad Pitt folleggiava nelle 12 scimmie. Che è forse il film di Gilliam più vicino a questo Tideland: disperato e dolce e senza fine… |
Titolo originale: Tideland
Regia: Terry Gilliam
Interpreti: Jeff Bridges, Jodelle Ferland, Brendan Fletcher, Janet McTeer, Jennifer Tilly
Distribuzione: Officine Ubu
Durata:
Origine: Gran Bretagna/Canada, 2005
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