"Evolution Cult objects mass-media comunication"

Il Centro Culturale ArtCamera , in occasione della “Giornata del Contemporaneo”, organizzata dalla AMACI (Associazione Musei d’Arte Contemporanea Italiani) con Radio Papesse, aderisce presentando la mostra fotografica di Claudia Vincenzi.  4 Ottobre – 8 Novembre 2008, ad Arezzo

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BANDO BORSE DI STUDIO IN CRITICA, SCENEGGIATURA, FILMMAKING

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Il Centro Culturale ArtCamera , in occasione della “Giornata del Contemporaneo”, organizzata dalla AMACI (Associazione Musei d’Arte Contemporanea Italiani) con Radio Papesse, aderisce presentando la mostra fotografica “Evolution Cult objects mass-media comunication” di Claudia Vincenzi a cura di Rita Carioti. La mostra resterà esposta negli spazi del Coffee O’Clock, in Corso Italia, 184 di Arezzo, tutti giorni dalle ore 8:00 alle ore 20:00, dal 4 ottobre all'8 novembre 2008. 
 
 
Claudia Vincenzi nasce ad Arezzo nel 1973. Per 15 anni vive a Torino. Nel 1998 tornata ad Arezzo frequenta il Collegio femminile di Poggio Imperiale di Firenze. Dal 1993, anno in cui prende il diploma di maturità linguistica, inizia a viaggiare e fotografare varie città d’Europa. Per lei la fotografia, che apprende come autodidatta, è un mezzo espressivo della propria realtà, con il quale immortala ed amplifica emozioni di “Istantanea suggestione eterna”. Si occupa da tempo, di rappresentanza di oggetti di antiquariato e modernariato, dei quali è fortemente appassionata, e partecipa costantemente a mostre mercato di oggettistica Vintage, specialmente a Roma, dove si reca frequentemente. Realizza mostre fotografiche personali. E’ inoltre folle amante dei Gatti.
 
L’interesse primario, che occupa in gran parte l’attività di Claudia Vincenzi, è quello di collezionare oggetti antichi. L’appassionata, costante ed insaziabile ricerca, la rende pendolare di viaggi esplorativi che la portano in un tempo che, anche se ormai perduto, vive tuttavia presente nei luoghi della propria memoria. Pazienti e meticolosi rovistamenti tra polverosi relitti, per trovare quello che, sorprendentemente, risveglia in lei particolari e familiari nostalgiche emozioni: “ Non mettendo in discussione che l’evoluzione tecnologica ha dei pregi, in una società combattuta fra la dissimulazione dell’essere e l’ostentazione dell’avere, gli oggetti che ci circondano diventano delle metafore di potere, ricchezza e moda attraverso le quali possiamo affermare chi siamo, o chi vorremmo essere. Quelli del passato erano invece oggetti dal volto umano dove io mi rifugio da un mondo che non mi rispecchia”. Il modo migliore con cui Claudia esalta l’intrinseco valore dei suoi oggetti, smunti, opacizzati e accantonati nel tempo dalle nuove tendenze, è la fotocamera, con la quale li rende nuovamente protagonisti, e gli ridona veste nuova, in una personale e variopinta interpretazione. Gli accesi colori, resi o trasformati, elaborati con attuali mezzi computerizzati, accomunano e fondono la continuità del contemporaneo, che oggi come allora, si esprime in modo analogo, seppur sotto differenziate forme stilistiche. Nell’attuale mondo, in cui la comunicazione avviene in modo sempre più “veloce”, “virtuale” ed “invisibile”, in mostra sono fruibilmente tangibili, nella loro pacata antica e nuova vivace bellezza, immagini di alcuni oggetti, che cronologicamente, per le generazioni vissute tra gli anni ‘50 fino ad oggi, hanno rappresentato i comuni mezzi di comunicazione, considerati oggi dei veri oggetti “cult”. Un sintetico ma certamente suggestivo excursus emozionale.
 
                                                                                                                                     Rita Carioti

 

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