"Cenci in Cina", di Marco Limberti
Allegra passerella e piacevole ritrovo per comici toscani dove Ceccherini arriva, da due schiaffoni e poi s’impicca. Probabilmente un cortometraggio poteva essere più adatto per una storia del genere anche se la mancanza di idee del film di Lamberti è visibile ad occhio nudo
![cenci in cina](https://i0.wp.com/www.sentieriselvaggi.it/wp-content/uploads/file/2/31508/image/cenci_in_cina.jpg?resize=400%2C263&ssl=1)
Scordatevi la sana cattiveria del cinema di Ceccherini o quella sottile malinconia di alcuni film di Pieraccioni. Qui non c’è niente di tutto questo. Lo stesso Paci, a briglia sciolta, gira a vuoto e tende a ripetere le stesse espressioni e gags per tutto il film. Ogni tentativo per far ridere finisce spesso per fallire e anche le cose che potevano sulla carta apparire più interessanti (i flashback in bianco e nero con i nonni fondatori della Gobbotex) si risolvono in stanche scenette tirate via pure alla svelta. Se c’è un certo tipo di commedia che vuole superare le frontiere regionali per arrivare a tutti, Cenci in Cina fa invece il percorso inverso, chiudendosi totalmente su se stessa e sembra che sia riservata non a tutto il pubblico toscano ma solo a quello di Prato. Probabilmente un cortometraggio poteva essere più adatto per una storia del genere anche se la mancanza di idee del film di Lamberti è visibile ad occhio nudo. Poi, sul fatto che Cenci in Cina possa essere anche una sorta di ‘commedia di costume’ sulla crisi delle industrie tessili a Prato e sul rapporto con i cinesi sul territorio è meglio sorvolare. Basta vedere tutta la parte finale, con un misto tra erotismo e thriller, per capirlo.