Box Office USA 15/3/2010

alice in wonderland di tim burton
Il flop dell'atteso Green Zone ha confermato il pessimo momento di Matt Damon, che non riesce a ritrovare il feeling con il pubblico. Il film di Paul Greengrass non ha ripetuto i fasti della saga di Bourne, e non è riuscito nemmeno ad insidiare il primato di Alice in Wonderland. L'esordio in 3D di Tim Burton ha continuato la sua marcia trionfale, e ha già sfondato il muro dei duecento milioni di dollari.

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BANDO BORSE DI STUDIO IN CRITICA, SCENEGGIATURA, FILMMAKING

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alice in wonderland di tim burtonIl week-end americano ha decretato una solenne bocciatura: dopo il flop dell’atteso Green Zone, ci sono ormai elementi sufficienti per sostenere come questa sia stata una stagione commercialmente fallimentare per una star come Matt Damon. Con il ritorno di Paul Greengrass alla regia, il titolo ripresentava la stessa squadra della saga di Bourne, e covava la speranza di ripeterne il successo. Tuttavia, il costosissimo action-movie si è presentato al pubblico con solo quindici milioni di dollari, ed ha permesso ad Alice in Wonderland di conservare la vetta senza problemi.  Dopo The Informant! di Steven Soderbergh e Invictus di Clint Eastwood, questo è il terzo disastro consecutivo per l’attore, che sembra aver perso il feeling con il pubblico. Se c’è qualcuno che deve sforzarsi di ritrovare il rapporto con la platea, c'è qualcun altro che lo ha indubbiamente recuperato: Tim Burton può godersi il suo trionfo, che ha già sfondato il muro dei duecento milioni di dollari. L’impressione è che il 3D abbia definitivamente sfondato, anche in una situazione in cui si è adattato ad un film inizialmente concepito in versione tradizionale: l'ultima mossa di Hollywood è diventata un’affidabile garanzia di successo, e i titoli che si presentano in sala con questa tecnologia hanno spesso un altro passo rispetto a tutti gli altri. Il suo bottino internazionale ha già superato i quattrocento milioni di dollari, ha reso indolore il calo fisiologico di Avatar, e punta ormai a diventare uno dei maggiori incassi dell’anno: un risultato straordinario, ottenuto in un momento della stagione storicamente considerato come un periodo di riflusso (per quello che riguarda la primavera, finora solo 300 di Zack Snyder era riuscito a toccare i duecento milioni). Tim Burton ha quindi fatto saltare i tradizionali parametri, e ha impedito l’ascesa dei molti outsider che si sono affacciati sulla scena, nella speranza di poter utilizzare una finestra che gli è sempre stata favorevole. Questa volta è stato il turno della commedia, che sta vivendo un 2010 piuttosto difficile: dopo che Avatar ha travolto sia It’s Complicated che Did You Hear About the Morgans?, dopo che Valentine’s Day di Garry Marshall aveva ridato un po’ di coraggio al genere, questo week-end ha bruciato sia il giovanile She’s Out of My League con Jay Baruchel, popolare per i serial Just Legal e Undeclared, sia Our Family Wedding con un redivivo Forest Whitaker. La Summit Entertainment ha provato a sfruttare Robert Pattinson in una veste diversa da quella del vampiro, ed ha scoperto che le sue fan adoranti sono molte meno di quelle del romanzo di Stephenie Meyer e del franchise di Twilight: valgono poco più di otto milioni, la cifra raccolta da Remember Me. Anche l’effetto Oscar è stato latitante: The Hurt Locker di Kathryn Bigelow non ha sfruttato la notorietà delle sue sei statuette ed ha guadagnato solo tre posizioni.

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