Le note di Alessandro Cicognini alla Sala Trevi
martedì 5 giugno per la rassegna Musicisti dello Schermo
Alle ore 21.00 si terrà l'incontro con Manuel De Sica moderato da Sergio Bassetti.
La serata terminerà con la proiezione di Stazione Termini (1953) di Vittorio De Sica.
ore 17.00
Un'avventura di Salvator Rosa (1940)
La rivolta di Masaniello è fallita. Il peso della dominazione spagnola diventa ogni giorno più insopportabile. Il pittore Salvatore Rosa, conosciuto e ammirato dagli spagnoli, ha anche un'altra identità, quella di Formica, sorta di Robin Hood che si batte in favore degli oppressi e trama contro i potenti. «Un'avventura di Salvator Rosa è prodotto e distribuito nella stagione cinematografica 1939-40, quella in cui si cominciano a sentire gli effetti del R.D.L. 4 settembre 1938 n. 1398, sul "monopolio per l'acquisto, l'importazione e la distribuzione in Italia, possedimenti e colonie, dei film cinematografici provenienti dall'estero". […] Tuttavia, all'epoca, fu soprattutto il film di Blasetti a godere di consensi. Isani […] lo definì addirittura "il miglior film italiano prodotto dal 1930 in poi» (Gori)
ore 19.00
Ulisse (1954)
Mentre ad Itaca Penelope tiene a bada i Proci, attendendo col figlio Telemaco il ritorno del marito, Ulisse si sveglia sulla spiaggia dell'isola dei Feaci, incontra Nausicaa e, ritrovata la memoria, rievoca le sue peripezie. Il re Alcinoo gli dà una nave per tornare ad Itaca… Alessandro Cicogniniaveva uno stile che ereditava le marche espressive dell'operismo pucciniano e verdiano che si ibridava spesso con le note delle canzoni popolare italiane.
ore 21.00 Incontro moderato da Sergio Bassetti con Manuel De Sica
A seguire Stazione Termini (1953)
Regia: Vittorio De Sica; soggetto: Cesare Zavattini; sceneggiatura: C. Zavattini, Luigi Chiarini, Giorgio Prosperi; dialoghi inglesi: Truman Capote; fotografia: G.R. Aldo [Aldo Graziati]; scenografia: Virgilio Marchi; costumi: Alessandro Antonelli; musica: Alessandro Cicognini diretta da Franco Ferrara; montaggio: Eraldo Da Roma; interpreti: Jennifer Jones, Montgomery Clift, Gino Cervi, Paolo Stoppa, Nando Bruno, Enrico Glori; origine: Italia/Usa; produzione: Vittorio De Sica Produzioni, David O. Selznick; durata: 88'
Maria, giovane signora americana, arriva a Roma per trascorrere un periodo di tempo con sua sorella. Ha lasciato a Philadelphia il marito e la figlioletta. Quando conosce Gianni Doria, un insegnante italiano, però, si innamora pazzamente di lui e inizia una relazione con lui. Dopo un mese, in seguito a una telefonata dall'America, Maria decide di ripartire immediatamente. Gianni la insegue e la raggiunge alla stazione, chiedendole almeno una spiegazione.
«In effetti, questo primo tentativo di grande cinema commerciale si configura per De Sica come un compromesso a tutti i livelli. Per i dialoghi inglesi fu chiamato a seguire il film Truman Capote e perfino per le inquadrature in primo piano di Jennifer Jones, Selznick pretese che ci fosse un operatore speciale, Oswald Morris, mentre Aldo Graziani si doveva occupare dei campi lunghi. Eppure, De Sica è riuscito lo stesso ad imprimere al film un suo tono. Intanto ha colto, di tutta la storia d'amore, il momento più significativo, più intenso, concentrando la messa in scena sulla crisi morale-affettiva prodotta dalla drammatica indecisione di Mary, giovane signora americana in viaggio in Italia, madre di una bambina e colpita dal fulmine di un amore italiano […].
Dalla parte della regia, invece, De Sica sfodera tutta la sua maestria nell'uso del tempo, in quel suo modo specifico di adeguarlo, di compenetrarlo ai fatti, anche piccoli, in modo da trasformare i personaggi in esseri viventi. Sicché, al di là delle "sciocchezze" che la signora di Filadelfia e il giovane italiano (figlio di un'americana) si dicono, resta un sentimento profondo, che scaturisce da quel tempo trascorso insieme lì nella stazione in attesa del treno. È un sentimento di speranza, di attaccamento ad una realtà sognata, una realtà che si desidera diversa e che non si trova il modo di costruire veramente» (Pecori). «Il film tutto intero è una metafora o piuttosto lo svolgimento immaginario di una realtà spirituale» (Henri Agel).
Ingresso gratuito
Sala Trevi
Vicolo del Puttarello 25 Roma