“Quattro notti di uno straniero”, di Fabrizio Ferraro
![quattro notti di uno straniero](http://www.sentieriselvaggi.it/wp-content/uploads/public/articoli/50350/Images/quattro-notti-di-uno-straniero-una-scena-del-film-265322(1).jpg)
Forma e sostanza, in quattro storie d’amore, si dileguano, si sciolgono e la potenza della luce e dei suoni s’impossessa delle immagini, tra musica classica, post-punk e preghiere. Negare lo spettatore, proprio quando provi ad ammaliarlo. Un uomo, una donna, un mondo che si autolimita, si autopunisce e rinuncia alle sue bellezze, in un “cul de sac” della visione, tra scene che si trasformano in quadri, tanto immobili quanto instabili, irrequieti… con l’aiuto di Enrico Ghezzi
![quattro notti di uno straniero](https://i0.wp.com/www.sentieriselvaggi.it/wp-content/uploads/public/articoli/50350/Images/quattro-notti-di-uno-straniero-una-scena-del-film-265322.jpg?resize=400%2C240&ssl=1)
Ma quanto di arbitrario, di nostro, c’è in questa volontà? Già nel naturale senso del “vedere” la nostra attenzione viene continuamente catturata, attirata, distratta, da mille stimoli, prima naturali, poi artificiali, sociali. In ultima analisi possiamo considerare la nostra sola libertà nello scegliere di aprire le palpebre, il resto è fuori di noi, e vive per imporsi ai nostri occhi. L’occhio viene guidato, la mente dà un senso a questo percorso obbligato, la realtà non è nella visione, ma nell’analisi che ognuno fa di essa, e allora un’immagine non è mai uguale per altra persona che non sia sé stessa. Ma tutto ciò può estendersi alla realtà di ognuno di noi: fuori dallo schermo, o meglio, dentro un altro schermo di livello superiore, quello del nostro campo visivo: la vita è un film? Noi siamo spettatori o attori, guardiamo o siamo guardati? Forma e sostanza, in quattro storie d’amore, si dileguano, si sciolgono e la potenza della luce e dei suoni s’impossessa delle immagini, tra musica classica, post-punk e preghiere. Negare lo spettatore, proprio quando provi ad ammaliarlo. Un uomo, una donna, un mondo che si autolimita, si autopunisce e rinuncia alle sue bellezze, in un “cul de sac” della visione, tra scene che si trasformano in quadri, tanto immobili quanto instabili, irrequieti.
Titolo originale: Quatre nuits d’un étranger
Regia: Fabrizio Ferraro
Interpreti: Marco Teti, Caterina Gueli Rojo
Origine: Italia/Francia, 2012
Distribuzione: Boudu
Durata: 90’