Storia di una ladra di libri, di Brian Percival
Opera asciutta e delicata, mossa da una sincera urgenza didattica più che dalla grandeur del blockbuster, convince per la prova calibrata dei protagonisti. Su tutti, la giovanissima Sophie Nélisse, portatrice di una curiosità infantile mai stucchevole, di un pudico respiro meraviglioso. Dal bestseller di Markus Zusak
Dal bestseller di Markus Zusak, Brian Percival trae un film didascalico eppure toccante: non si preoccupa di condensare gli eventi in una confezione che renda giustizia al tempo cinematografico (se la durata eccede indubbiamente la tensione, l’arco di trasformazione di Liesel non è mai teso verso un lampante gesto risolutore), piuttosto li mette uno in fila all’altro senza concedersi voli registici. Assottigliando la voce onnisciente della Morte che del romanzo era il punto di vista, non ha il coraggio di accantonarla – creando intermezzi stranianti che suonano come una forzata riduzione in capitoli – ma compie la scelta di dare la parola ai maestri di carne e sangue (il padre putativo, interpretato con cuore, misura e armonica da Geoffrey Rush, e Max, il ragazzo che insegna a Liesel la forza di una personale ri-lettura del mondo).
Opera asciutta e delicata, mossa da una sincera urgenza didattica più che dalla grandeur del blockbuster (che pure è, come il materiale letterario cui attinge), convince per la prova calibrata dei protagonisti. Su tutti, la giovanissima Sophie Nélisse, portatrice di una curiosità infantile mai stucchevole, di un pudico respiro meraviglioso, ed Emily Watson, che nel vestire i panni doppi della mamma adottiva – autoritaria e amorevole, tagliente e apprensiva – sa sbrigliarsi dal cliché della strega come dall’effigie di rara e pregevole umanità.
Titolo originale: The Book Thief
Regia: Brian Percival
Interpreti: Geoffrey Rush, Emily Watson, Sophie Nélisse, Ben Schnetzer, Joachim Paul Assböck
Origine: Usa/Germania, 2013
Distribuzione: 20th Century Fox
Durata: 125’