22/9/2003 – La riforma Urbani non convince neanche gli esercenti d'essai

Oltre che l'Anec…

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BANDO BORSE DI STUDIO IN CRITICA, SCENEGGIATURA, FILMMAKING

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Dopo le riserve espresse dall'Anec riguardo alla riforma Urbani, presentata dal Ministro per le Attività Culturali durante la Mostra di Venezia, arrivano anche le perplessità degli esercenti di cinema d'essai. Se l'Anec aveva evidenziato una sostanziale "presa di tempo" da parte del governo ("agli effetti del concreto operare della professione-cinema", diceva un comunicato Anec, "le disposizioni attuative potranno avere altrettanto se non maggiore rilievo della stessa norma di riferimento"), la Fice-Federazione Cinema d'Essai si lamenta della tempistica ("I tempi per l'assegnazione della qualifica d'essai ai film stranieri saranno più lunghi") e della rilevanza della questione cinema d'essai ("nel decreto manca un riferimento ad un regolamento specifico per l'essai"), come dichiarato dal presidente della Fice Domenico Dinoia. Il problema nasce dal fatto che, per fare un esempio, con la nuova regolamentazione "i film non italiani presentati a Cannes o a Venezia avranno bisogno di un attestato della commissione ministeriale che, molto spesso, si riunisce con un ritardo tale da non permettere all'esercizio di organizzare la programmazione".
In Italia i cinema d'essai sono circa 500.

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