11/12/2003 – Mo' Better Rap

Spike Lee continua la sua crociata

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BANDO BORSE DI STUDIO IN CRITICA, SCENEGGIATURA, FILMMAKING

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Nell'ultimo anno ha espresso in diversi atenei giudizi feroci contro lo stato attuale della musica rap, rea, a suo dire, di offrire un'immagine distorta della gente di colore. La dicotomia Lee vs. rap si è rivelata inevitabile ma in realtà il regista, che ha saputo avvalersi del contributo musicale dei Public Enemy sia in Fa la cosa giusta che in He Got Game, si è scagliato contro un certo filone degenerativo, il gangsta rap. "Ho sempre pensato che si possa giudicare il progresso degli afroamericani ascoltando la loro musica. Le canzoni rap, gangsta rap, non fanno bene a nessuno e sono soprattutto roba pericolosa. Nei testi dei brani sembra quasi che per alcuni neri adulti l'istruzione, la buona grammatica e le buone pagelle siano "cose per i bianchi", mentre quando ero ragazzo queste cose erano viste come traguardi positivi, obiettivi da raggiungere", afferma il 46enne regista. "Allora non eri ridicolo se parlavi correttamente inglese", continua. "Insomma, quando si compra musica rap non ci si rende conto di ciò che sta dietro certe parole. La si acquista solo perché dà vigore, potere. Cose effimere", conclude l'autore di Malcolm X.

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