SCONFINAMENTI – Delle cose reali e delle cose supposte: Bonolis vs. Greggio-Iacchetti

La sera del 19 gennaio 2004 segna un punto di non-ritorno: una lezione di “Teoria e tecnica delle applicazioni mass-mediologiche” alle otto di sera, e non alle tre del mattino…

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La sera del 19 gennaio 2004 segna un punto di non-ritorno – l'inversione dello spazio-tempo, la coincidenza degli opposti, il reale sovrapposto al virtuale – nell'immaginario di chi si nutre di immagini: vedere Bonolis che, su RaiUno, mostra spezzoni di Striscia la notizia che mostra immagini di Affari tuoi, esattamente nel momento in cui su Canale5 Striscia la notizia – tramite i suoi conduttori stavolta un po' meno faceti; anzi, a guardare bene, un po' tirati – mostrava estratti di Bonolis che parlava di Striscia la notizia che parlava male di Affari tuoi, è stato superbo.


Quanti chilometri di pellicola narrano del conflitto tra mondo percepito e mondo concreto, quanti film hanno giocato sul rapporto tra realtà e finzione, quanti miliardi di fotogrammi sono stati stampati nel tentativo di impressionare il nesso mediologico tra verità e descrizione della verità? "Ci sono cose reali e cose supposte", ha detto Bonolis; "le reali", ha proseguito, "le abbiamo sistemate: rimangono da sistemare le supposte". Che, per una volta, non saranno disciplina medica ma di magistratura.

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Bonolis, invero, nonostante i quaranta minuti impiegati, non ha spiegato tutto: i suoi sillogismi verranno – è facile prevederlo – studiati, analizzati, semanticamente rivoltati ed infine usati contro di lui; lui, reo di averla presa sul serio, lui che a Striscia si era divertito ed era arrivato a dichiarare pubblicamente che "Greggio e Iacchetti sono buoni amici", lui che – partecipe del teatrino della televisione pubblico-privata (o privato-pubblica) – non ha voluto subire il tentativo della principale concorrente della tv di Stato sul mercato degli spot di riprendersi i suoi spazi (leggasi: decine di milioni di euro a punto percentuale di audience) a tutti i costi.


 Ma Bonolis, il 19 gennaio 2004, ha avuto un grande merito: quello di scoperchiare, anche se solo per qualche secondo, il pentolone della televisione, e di farci annusare l'olezzo della pietanza marcia che – negli orari canonici, s'intende: quelli in cui "la maggioranza" la guarda – continua a preparare: la tv delle verità lacrimate in diretta, delle tetteculi viste e riviste alle sei di sera (quando L'Esorcista alle otto e mezza non può vomitare come gli pare, a causa di genitori ansiosi per il futuro dei loro piccoli tesori, imperatori del telecomando), delle "scosse" di testosterone che fanno minacciare sfracelli da parte di fini dicitori di domandine da trivial pursuit. Peccato che non sia andato fino in fondo.


Parliamo del centralissimo, topico momento in cui il presentatore/intrattenitore ha mostrato un montaggio di interviste a favore del "personaggio" Bonolis; montaggio utilizzato (in contrasto con  quello simile ma opposto utilizzato nei giorni passati da Ricci & co.) per spiegare il meccanismo di potente capacità persuasiva che hanno le immagini – sapientemente collegate – in contesti di particolare stato emotivo (meglio: di sollecitazione e partecipazione emotiva) del fruitore delle stesse: tanto che cinque-sei persone intervistate "per la strada" che dicono che Bonolis è bravo fanno concludere che "Bonolis è bravo", e se dicono che "la tal legge, o il tal cantante fa schifo" allora vuol dire che quella legge, o quel cantante, fanno proprio schifo.


Bisognava andare fino in fondo: selezionare quelle interviste – ce ne saranno state – che riportavano opinioni non del tutto nette, e separarne in montaggi e quindi visioni successive le sole parti "positive" e le sole parti "negative", mostrando così come le stesse persone sembravano dire bene e male dello stesso "fenomeno". Non proprio un effetto Kulesov, ma quasi. E così facendo, in un momento irripetibile di tv-verità, fare finalmente – e contemporaneamente – la tv di servizio che una tv di Stato, sovvenzionata dai cittadini di questo Stato, deve fare: e mandare in onda una lezione completa di "Teoria e tecnica delle applicazioni mass-mediologiche" o di "Introduzione alla semiotica del cinema" alle otto di sera, e non alle tre del mattino, su Rieducational Channel…

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