"La lettera", di Luciano Cannito

Se emerge l'intento lodevole e genuino di raccontare abitudini poco edificanti del nostro tessuto sociale attraverso una storia favolistica poiché raccontata attraverso l'entusiasmo e la purezza dei bambini, la resa complessiva finisce per essere confusa e non convincente.

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Con La lettera arriva nelle nostre sale il primo di una serie di esordi italiani nel lungometraggio annunciati per questa stagione cinematografica e, purtroppo, la premessa non è delle più incoraggianti. Una ricca ragazza milanese vede stravolta la propria vita e crollare le proprie certezze in seguito al suicidio del padre, accusato ingiustamente (così sembra volere il trend) di essere coinvolto nello scandalo di Tangentopoli. Margherita, interpretata da Vittoria Belvedere, decide allora di cambiare completamente vita e di accettare un incarico presso una scuola elementare di un piccolo paese dell'Aspromonte dove "la puttana del nord" si troverà insieme con la sua classe al centro di una vicenda internazionale. Se sicuramente emerge dalla visione della pellicola l'intento lodevole e genuino di raccontare abitudini poco edificanti del nostro tessuto sociale attraverso una storia favolistica poiché raccontata attraverso l'entusiasmo e la purezza dei bambini, la resa complessiva finisce per essere confusa e non convincente. Tanti temi complessi vengono mescolati insieme, alcuni dei quali sollevati ed accantonati a piacimento per poi venire rievocati ancora una volta: mazzette e avvocati neri di Amnesty International, rapimenti e pena di morte, pregiudizi e 'ndrangheta, il Sud ed i bambini (binomio, quest'ultimo, molto utilizzato nella nostra recente cinematografia) compongono delle metastorie che riescono con difficoltà ad amalgamarsi insieme e che fondamentalmente contribuiscono a creare spaesamento e perplessità nello spettatore.


Il regista Luciano Cannito (in passato attivo regista teatrale e interessato al mondo della danza e del balletto) insieme con i due sceneggiatori, attualmente impegnati nel cinema inglese, adotta per questa pellicola realizzata con il contributo del Ministero per i Beni e le Attività Culturali uno stile anche visivamente destrutturato con accelerazioni improvvise di movimenti di macchina e con opinabili inserti digitali che falsano colori e situazioni senza una fondata ragione apparente.


 


Regia: Luciano Cannito


Sceneggiatura: Massimiliano Durante, Carmelo Parisi


Fotografia: Romano Albani


Montaggio: Maurizio Gaibisso


Musiche: Marco Schiavoni


Scenografia: Carlo Sala


Costumi: Ivan Crnojevic


Interpreti: Vittoria Belvedere (Margherita Guzman), Giovanni Federico (Sebastiano Polito), Dino Abbrescia (Saverio Esposito), Raffaella Appià (Trofimena Polito), Timothy Martin (Moses Navarra), Giorgia Pieretti (Ginestra Esposito), Marco Panella (Diego Polito), Antonio Sapone (Arturo Lomurno)


Produzione: Zeal di Pietro Belpedio


Distribuzione: Minerva Pictures


Durata: 102'


Origine: Italia, 2003


 

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