"La casa dei fantasmi", di Rob Minkoff
Commedia-thriller familiare che si dimena fra ciò che è divertente e ciò che è misterioso. La rianimata attrazione di Disneyland è retta da precarie fondamenta ed un soffocante gioco di squadra. Nell'eleganza stregata si aggirano spettri in carne e ossa che mescolano l'attenzione certosina da "cartoon" impagliando estro e fantasia.
Questa volta il "viaggio dell'eroe", modello universale, presente in ogni tempo e in ogni cultura, lascia interdetti, quasi imbarazzati. La corsa nella casa "infestata" segue pedestremente uno schema consolidato: l'esplorazione si sviluppa esteriormente al personaggio Eddie Murphy, assumendo i tratti di una vera e propria avventura, per poi confluire debolmente verso l'interno, nella mente, nello spirito. Quella risata ricorrente però si decontestualizza, parte sempre in ritardo o si fa trovare fuori luogo. Non guadagna la scena, si appiattisce su posizioni comprimarie. I fantasmi non fluttuano ma sono ben piantati a terra; il colore predominante non è il classico bluastro ma un bagliore verdastro. Poco per rimediare ad un'opera che non va oltre il "pop corn movie". Terence Stamp (il fantasma maggiordomo) fa di tutto per divincolarsi dal modesto lavoro di caratterizzazione, scandendo ogni battuta, ogni sguardo, come se fosse l'ultimo grido d'aiuto. Commedia-thriller familiare che si dimena fra ciò che è divertente e ciò che è misterioso. La rianimata attrazione di Disneyland è retta da precarie fondamenta ed un soffocante gioco di squadra. Nell'eleganza stregata si aggirano spettri in carne e ossa che mescolano l'attenzione certosina da "cartoon" impagliando estro e fantasia. Il sodalizio fra le parti creative è quello dei blockbuster d'animazione (il regista è l'autore de Il Re Leone), ma tutto sembra girare a basso regime e nella stereotipia più fiacca. Non come ne La maledizione della prima luna (stessi ideatori), dove pur imboccando la direzione opposta, per cui i personaggi sembrano idealmente nati dalla matita per poi conquistare un'autonomia pulsante, ci si trova gradualmente coinvolti e inghiottiti dalle trovate visive e narrative di Verbinski. Questa volta la ricerca del dettaglio, dello sketch, è un isolato assemblaggio che lascia ben separati il brivido e l'intrattenimento puri. Allentare la tensione con un sorriso era l'intento, ma l'apparato formale è seppellito da una linea continua mai ramificante e sobbalzante, fino al ritorno dell'eroe al mondo ordinario: risorto, rinato, trasformato? Il giro è finito e resta il dubbio che sia veramente partito.
Titolo originale: The haunted mansion
Regia: Rob Minkoff
Sceneggiatura: David Berenbaum
Fotografia: Remi Adefarasin
Montaggio: Priscilla Nedd-Friendly
Musiche: Mark Mancina
Scenografia: John Myhre
Costumi: Mona May
Interpreti: Eddie Murphy (Jim Evers), Terence Stamp (Ramsley), Nathaniel Parker (Padron Gracey), Marsha Thomason (Sara Evers), Jennifer Tilly (Madame Leota), Wallace Shawn (Ezra), Dina Waters (Emma), Marc John Jefferies (Michael)
Produzione: Walt Disney Pictures
Distribuzione: Buena Vista International
Durata: 90'
Origine: USA, 2003