"La gente muore di cancro: è l'ora di affrontare e riequilibrare l'organizzazione delle basi militari in Italia." Incontro con Enrico Pitzianti, regista di "Piccola pesca"

L'eco delle esercitazioni militari accompagna il sorgere del nuovo giorno degli abitanti di Basso Sulcis, nella Sardegna sud-occidentale. Ce ne parla il regista, noto documentarista, insieme all'interprete Luciano Marica.

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Come è nata l'idea di questo film-documentario?


 

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Enrico Pitzianti: Un paio di anni fa, mentre giravo "Un anno sotto terra", un documentario sull'occupazione della miniera di Monteponi, conobbi dei pescatori della regione Sulcis che si erano uniti alla protesta. Mi raccontarono dei loro problemi, del loro disagio e del mare divenuto zona militare. Da qui mi è venuta l'idea di fare delle riprese ed abbiamo iniziato a girare per due mesi finchè, senza alcun budget, ad un certo punto ci siamo dovuti interrompere. Come ho ricevuto dei finanziamenti regionali ho ripreso a girare, tanto che ho prodotto circa 80 ore, che andranno ad integrare in parte un DVD. Sono stati necessari lunghi tempi di montaggio, intorno ai sette mesi.


 


Visto il tema trattato sicuramente il film è da considerarsi uno strumento…


 


Enrico Pitzianti: Girando il film mi rendevo conto di quanto fosse importante riuscire a raccontare non solo le vicende odierne dei pescatori ma anche che la militarizzazione della Sardegna è stata orchestrata negli anni Cinquanta, e che l'amaro e ineluttabile destino della nostra isola era quello di diventare una portaerei gigante inaffondabile. La regione sopporta il 60% del peso militare italiano. La gente muore di cancro: è l'ora di affrontare e riequilibrare l'organizzazione delle basi militari in Italia.


 


Luciano Marica: Quel che viene raccontato nel film è la totale verità. Sono otto anni che stiamo combattendo assiduamente perché si dia fine alla situazione che stiamo vivendo: tutte queste basi militari  ci hanno tolto la possibilità di lavorare. Io lavoro in mare da circa quarant'anni ma un pescatore non può mantenersi se non ha modo di pescare. Ad un certo punto della nostra battaglia ci era stato concesso anche un indennizzo, ma questo non ci ha convinti a fermarci.


 


Ci sono dati sui danni causati da questa militarizzazione soprattutto sulle morti di cancro?


 


Enrico Pitzianti: Non esiste alcun dato ufficiale sulle morti di cancro. Ci sono dati relativi ad indagini private su nascite di bambini malati o con delle malformazioni. Nemmeno all'ospedale c'è una statistica, di questo non se ne parla proprio. Sarebbe necessario un osservatorio ambientale permanente per controllare questo fenomeno. Le cose comunque stanno cambiando: prima avevamo un presidente della regione che andava a vedere le esercitazioni, ora abbiamo un nuovo presidente regionale che ha già dichiarato che i militari americani devono lasciare l'isola.


 


Luciano Marica: Noi ci muoviamo in tutti i modi: abbiamo anche cercato di bloccare un'esercitazione dove erano coinvolte ben undici nazioni. E' necessaria la bonifica del mare, bisogna sminare le bombe inesplose.

Nel film non viene però dato molto spazio all'ambiente del Poligono:


 


Enrico Pitzianti: Non è permesso entrarvi, ho avuto dei problemi anche quando ho fatto delle riprese intorno. Però nel film ci sono immagini di repertorio dei primi anni sessanta girate proprio a Capo Teulada che danno una chiara idea dello spazio militare. Avevo anche chiesto di intervistare il Comandante Generale ma mi ha risposto che non era il momento adatto. L'intervista non mi è mai stata concessa.


 


Qual è stata la reazione in Sardegna del film e come verrà distribuito?


 


Enrico Pitzianti: La gente sta andando a vederlo. Il film piace e c'è chi resta sbigottito perché non sapeva completamente di questo. Il film è uscito in cinque copie nel sud della Sardegna, a Roma in una copia e uscirà nel Nord in altre cinque copie. Dopo Natale verrà fatto vedere in ambito di eventi e nelle grandi città. Uno sfruttamento alternativo sarà quello dell'abbinamento di un home video dapprima con un quotidiano regionale e in un secondo momento a livello nazionale. Esiste anche una copia sottotitolata in inglese per tentare l'avventura dei festival internazionali.


 


Anche il prossimo film sarà in realtà un documentario?


 


Enrico Pitzianti: Il documentario è in effetti la forma di espressione che ho sempre usato, ma mi interessa anche la fiction. C'è in sospeso un'idea di un film di finzione dal titolo "Tutto torna", ma bisogna ancora verificare la possibilità di realizzarlo.


 


 


 


 


 


 

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