A Family Affair, di Richard LaGravenese

Una rom-com dichiaratamente fuori tempo, ma fatta di illuminazioni, sogni artificiali e bellissime frasi d’amore. E in penombra ci sono Eastwood sentimentale e Garry Marshall. Netflix

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BANDO BORSE DI STUDIO IN CRITICA, SCENEGGIATURA, FILMMAKING

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Non sono gli ‘affari di famiglia’ di Hirokazu Kore-eda. Però la mano di Richard LaGravenese continua a mantenere una sua intensità nel mostrare i turbamenti, la ricerca (im)possibile della felicità, la ricomposizione di quelle piccole o grandi fratture che possono separarci e allontanarci per sempre. Ad A Family Affair gli manca il passo della nuova commedia sentimentale, quella che deve esplicitare tutto e subito però non deve mai far vedere di essere prevedibile. Ed A Family Affair prevedibile lo è, ma non in senso negativo. Ma perché è quel tipo di cinema che parte piano, perché ha bisogno del suo tempo prima di mandare a pieno giro il motore. E a dieci anni dall’ultimo film, The Last Five Years, il cinema di LaGravenese sembra impacciato, come se avesse paura che il suo sguardo sia fuori tempo massimo. Così aumenta la velocità, anzi corre, proprio come il personaggio di Zara (interpretata da Joey King che è un concentrato di energia ed esplosività), ventiquattrenne che lavora alle dipendenze di Chris Cole (Zac Efron), un’egocentrica star del cinema alle prese col suo nuovo lavoro che è “Die Hard che incontra Miracolo sulla 34° strada e Speed“. La ragazza non ne può più delle sue richieste fuori dall’ordinario e delle sue promesse mai mantenute di una promozione. Così, dopo l’ennesimo litigio, decide di licenziarsi. Ma entrambi sono destinati a incontrarsi ancora. Chris infatti, nel tentativo di convincere Zara a tornare a lavorare per lui, conosce sua madre Brooke (Nicole Kidman), una scrittrice di successo da tempo vedova. Tra i due scatta qualcosa e la loro storia d’amore sembra seria. Così Zara, dopo che scopre la loro relazione, entra ancora più in crisi.

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A Family Affair non è scritto da LaGravenese – la sceneggiatura è infatti di Carrie Solomon – però nel modo in cui fa uscire i sentimenti dalla penombra (proprio come i magnifici script di La leggenda del Re Pescatore, I ponti di Madison County e Dietro i candelabri) sembra di sentire la sua mano. A Family Affair cerca e non trova il passo giusto ma alla fine non è un problema. È fatto di illuminazioni, di sogni artificiali (la passeggiata nella New York ricostruita di notte, l’appuntamento di Chris con Brooke in un ristorante tutto per loro), di baci sul mare al tramonto. È un film sulla nostalgia, anche sgangherato ma che si scalda e ti riscalda, proprio come un tardo Robert Benton. Un film che incrocia Apatow quando il tono sentimentale viene travolto da una commedia scatenata (Zara che fa da interprete a Chris e le traduce quello che gli dice la regista francese) e che poi ritorna nei suoi binari quando filma la paura d’amare, con il volto di Nicole Kidman che replica quello di Michelle Pfeiffer nel magnifico omonimo film di Garry Marshall del 1991, in originale Frankie and Johnny. In A Family Affair c’è una frase d’amore che resta scolpita nella pietra, quella in cui Brooke dice a Chris “Non dovrai mai spezzarmi il cuore, non dirmi bugie e fingere che sia di più di quello che è”. Sono le parole che non dicono ma sentono proprio i protagonisti di I ponti di Madison County, sono le stesse che danzano ancora con Garry Marshall anche solo con il frammento del capodanno a Times Square in tv, omaggio neanche troppo nascosto a Capodanno a New York con cui condivide la presenza di Zac Efron.

Si, forse è troppo lontana oggi da noi una rom-com come A Family Affair. Ma non è perché è superata. Ma siamo noi che siamo andati distrattamente troppo avanti e ci stiamo perdendo qualcosa di questo cinema di cui sentiamo la nostalgia. Non c’entra niente, ma dopo questo film si dovrebbe rivedere Kiss, lo strepitoso film di LaGravenese del 1998 dove Holly Hunter è una donna abbandonata dal marito che cerca di rifarsi una vita. Lì, nella bellissima scena in discoteca, il suo personaggio non pensa più tanto a quello che deve fare ma vive lì, sul momento, la sua vita pensando solo a quello che prova. Proprio come Brooke e la figlia Zara nel momento in cui scoprono che tutti i pregiudizi sono inutili. Proprio come sono inutili quelli nei confronti di questo tipo di cinema che è molto più grande di quello che vuole fare vedere.

 

Titolo originale: id.
Regia: Richard LaGravenese
Interpreti: Nicole Kidman, Zac Efron, Joey King, Kathy Bates, Liza Koshy, Wes Jetton, Ian Gregg, Sarah Baskin, Zele Avradopoulos, Vince Pisani, Sherry Cola, Olivia Macklin
Distribuzione: Netflix
Durata: 111′
Origine: USA, 2024

 

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
4
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