"A luci spente", di Maurizio Ponzi

Giuliana De Sio divora lo schermo. Ponzi, ricordando che il neorealismo è stato un fenomeno civico prima che cinematografico, sa come valorizzarla, e lei lo premia con un'interpretazione fresca come ai tempi di "Scusate il ritardo".

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Giuliana De Sio divora lo schermo. A meno di due anni dal compimento di uno di quei traguardi anagrafici che fanno da spartiacque nella vita professionale di un'attrice, le sue potenzialità espressive – come anche la bellezza – sono ancora fresche, quasi avesse girato ieri Scusate il ritardo. Merito anche di chi, come Maurizio Ponzi, sa valorizzare "il bello delle donne": ma è la De Sio che riesce a superare a livello emotivo i confini rettangolari dello schermo bianco.
Giuliana interpreta una stella del cinema italiano degli anni Quaranta, alle prese con un film girato in ristrettezze economiche a Roma, mentre gli alleati – preceduti dai loro bombardieri – stanno risalendo da sud la penisola. E' il 1943: Cinecittà viene trasferita pezzo per pezzo a Venezia, sotto il controllo nazista a malapena nascosto dall'apparenza della Repubblica Sociale. Produttori, tecnici ed artisti prendono la stessa strada. Vicende accadute davvero, e sconosciute ai più, che Ponzi e gli altri sceneggiatori hanno raccontato ispirandosi all'esperienza vissuta da Vittorio De Sica durante le riprese del suo La porta del cielo. Non tutti infatti, emigrarono in laguna: alcuni resistettero, tra mille difficoltà, e rimasero a Roma.
Alla De Sio tocca il compito non facile di rendere realistico un percorso interiore che conduce il suo personaggio – un'attrice fino ad allora legata all'aristocrazia romana e al rispetto di tutti i cliché divistici – al traguardo della nascita di una consapevolezza interiore, fatta di rifiuto dei vecchi canoni recitativi, di messa in discussione del proprio ruolo attoriale, di sintonia con il dolore del prossimo, di amore non corrisposto. Ponzi affianca al suo mutamento il percorso speculare compiuto dal personaggio del regista, interpretato da Scarpati: con leggerezza ne evidenzia il cambiamento di punto di vista sul cinema, rendendo la nascita del neorealismo simile ad un flusso emotivo spontaneo sgorgato dalla coscienza, un cinema che si fa documento, vita reale, col suo carico di compassione, partecipazione, impegno civile.
Senza poter dimostrare uno sguardo che sappiamo capace di maggiori ampiezze, il regista romano ha contribuito con A luci spente a restituire alla necessariamente breve stagione del neorealismo la dignità di fenomeno civico, oltre che cinematografico.


Regia: Maurizio Ponzi
Interpreti: Giuliana De Sio, Giulio Scarpati, Tony Bertorelli, Damiano Andriano, Filippo Nigro, Andrea Di Stefano
Distribuzione: Sharada
Durata: 1h 53'
Origine: Italia, 2003

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