Abigail, di Matt Bettinelli-Olpin, Tyler Gillett

Un horror nel segno della tradizione Universal, con tracce di gangster-movie e commedia. Non vuole inventare nulla e proprio per questo diverte, spaventa e fa colare sangue a litri.

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“Niente nomi veri, niente storie personali”. L’horror/reality è uno dei motivi ricorrenti dei due cineasti statunitensi Matt Bettinelli-Olpin e Tyler Gillet. C’è sempre qualcuno che guarda al di fuori che osserva, sia nei residui da Wes Craven in Scream e Scream VI da dove arriva anche Melissa Barrera sia in Finché morte non ci separi. Come in quel film un evento si trasforma in un rito. Lì le nozze e il gioco a nascondino, qui il rapimento. Inoltre i due film condividono l’unità di luogo. Il set è smontabile e ricomponibile: un antica dimora diventa una villa isolata. È questo in questo spazio che si svolge la vicenda di un gruppo di aspiranti criminali che hanno rapito una dodicenne con la passione della danza (Alisha Weir) figlia di un ricchissimo e potentissimo boss della malavita. Il gruppo è formato da Joey (Melissa Barrera), tossicodipendente ed ex-medico dell’esercito, l’ex-poliziotto Frank (Dan Stevens), l’autista strafatto Dean (Angus Cloud, l’ultimo film della star di Euphoria morto lo scorso luglio a 25 anni per overdose), l’hacker Sammy (Kathryn Newton), il sicario Peter (Kevin Durand) e il cecchino Rickles (William Catlett). Il loro obiettivo è ottenere il riscatto e poi sparire. Ma qualcosa va storto e i rapitori spariscono uno dopo l’altro.

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Abigail ribalta la struttura del gangster-movie dove stavolta la vittima diventa il carnefice. C’è ancora Craven come modello e il teen-horror anni ’90 soprattutto nella contaminazione con la commedia e nell’esigenza del cinema che deve alimentarsi di altro cinema come i riferimenti alla saga di Twilight. Bettinelli-Oplin e Gillett, assieme al contributo degli sceneggiatori Guy Busick (collaboratore dei registi da Finché morte non ci separi) e Stephen Shields (Hole. L’abisso) agiscono come dei vampiri sul genere, non inventando mai niente di nuovo, anzi essendo quasi impersonali nel ripercorrere i motivi e le atmosfere ricorrenti. Proprio in questa dichiarata fredda oggettività, come i film precedenti, anche Abigail funziona. Perché diverte, spaventa, fa colare sangue a litri, non ha cedimenti e va dritto all’obiettivo. La mutazione di Abigail ribalta la situazione perché crea le basi di una trappola, dove dalla stessa villa diventa impossibile uscire.

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Abigail è un film sulla mutazione e la contaminazione senza nessun post-romanticismo anni ’80, dove ogni alleanza è sempre temporanea e può trasformarsi subito dopo in un perfido inganno. Ha il movimento di una giostra che continua a girare mentre le pedine cadono una dietro l’altra, già annunciato dai passi circolari di Abigail mentre balla sulle note di Il lago dei cigni di Čajkovskij che diventa poi il motivo musicale principale. È una danza macabra con residui cromatici dalla casa Hammer, un incalzante gioco poliziesco come nel momento in cui Joey indovina le storie passate degli altri rapitori con continui salti nel buio (la piscina piena di cadaveri) e nel vuoto proprio perché vertiginoso nel modo in cui fa avvertire che il terreno può crollare sotto i piedi dei personaggi.

In più Abigail è nel segno della tradizione Universal, dalla scena del rapimento che ricicla i gangster ma è anche una variazione di La figlia di Dracula, secondo capitolo della trilogia inagurata dal film di Tod Browning con Bela Lugosi. Ricolora il passato e fa convivere vampiri e ballerini. Forse è un musical mancato. Proprio da lì arriva la protagonista Alisha Weir, la giovanissima attrice irlandese che si è fatta conoscere per Roald Dahl’s Matilda the Musical. E se Abigail fosse una sua demoniaca reincarnazione?

 

Titolo originale: id.
Regia: Matt Bettinelli-Olpin, Tyler Gillett
Interpreti: Alisha Weir, Melissa Barrera, Dan Stevens, Kathryn Newton, William Catlett, Kevin Durand, Angus Cloud, Giancarlo Esposito, Matthew Goode
Distribuzione: Universal Pictures
Durata: 109′
Origine: USA, Irlanda, Canada 2024

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
3.7
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Il voto dei lettori
3.25 (4 voti)
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