Amici per caso, di Max Nardari

Gay vs omofobi, raffinati vs coatti, matrimonio vs mancato impegno: in questa commedia degli opposti il colore battutistico viene spruzzato dappertutto ma senza forma. Un Pollock queer poco riuscito

--------------------------------------------------------------
BANDO BORSE DI STUDIO IN CRITICA, SCENEGGIATURA, FILMMAKING

--------------------------------------------------------------

Sembra che Max Nardari, come già notato in occasione del suo secondo film da regista, raggiunga l’acme realizzativa dei suoi film un po’ troppo presto, ovvero già nella scena d’apertura. In Amici per caso, il flash-mob organizzato da Andy (Rocco Fasano, viso e recitazione che meriterebbero un trattamento ben più destrutturato rispetto a quello che tv e cinema gli hanno riservato finora) per chiedere al suo compagno Omero (Filippo Tirabassi, bravissimo) di sposarlo ha l’ispirazione giusta del miglior Ivan Cotroneo. In un bistrot coi tavoli appiccicati come sempre al tipico fontanone romano – e chissà che direbbe oggi il protagonista di uno dei più bei romanzi di Francesco Pecoraro che dal settimo piano del suo appartamento nello Stradone già prima della deregolamentazione post-Covid lamentava questa turistificazione iper-aggressiva ed imbellettata di fighettaggine – il ragazzo sorprende il suo renitente fidanzato con una dichiarazione d’impegno eterno, promessa attraverso una gustosa coreografia di ballerini che fino a quel momento avevano finto di sorseggiare Prosecco come astanti qualsiasi. Con movenze e colori sgargianti da boy band leggermente in ritardo sui tempi, questo inizio allude ad un prosieguo altrettanto effervescente e capace magari di dare venature cromatiche diverse alla spesso abulica commedia italiana. Ma è un aggiornamento che dura, appunto, quanto le bollicine di un Franciacorta in estate e che svapora del tutto quando prende il via anche la seconda storia del film, incentrata sulla rottura del fidanzamento del ruspante Pietro (Filippo Contri) con Lolly (Beatrice Bruschi), a causa dell’amore malato del ragazzo verso la “Magica”. Amici per caso da lì in poi sceglie infatti di giocarsi tutte le carte di un genere cinematografico fin troppo facile quando non adeguatamente supportato da una scrittura che abbia qualche spasmo di creatività come quello succitato poc’anzi: la commedia degli opposti in salsa capitolina ma, e forse qui sta uno dei principali fattori di scialberia, pensata da tre sceneggiatori che a Roma non vivono.

--------------------------------------------------------------
OFFERTA DI LUGLIO SULLO SHOP DI SENTIERI SELVAGGI!

--------------------------------------------------------------

----------------------------
UNICINEMA QUADRIENNALE:SCARICA LA GUIDA COMPLETA!

----------------------------

Ecco allora che l’imprevista convivenza tra il benestante e colto Omero con il proletario e, in ordine sparso, omofobo, troglodita, neanderthal, primitivo (tutti aggettivi senza sugo usati nel film per caratterizzare un’avversione di genere che ha invece radici ben più profonde dell’ignoranza), dopo le forti difficoltà iniziali, cambierà in meglio entrambi.

Più attento ad alimentare il prevedibile ambaradan di equivoci tra mondi così distanti che a cavalcarne le rispettive ipocrisie, Nardari costeggia a volte il politicamente scorretto senza cavalcarlo in quasi nessuna occasione. In un album di figurine cinematografiche non localizzabili geo-socialmente, infatti, anche Er Caciara (Mirko Frezza, che nemmeno tanto a sorpresa si rivela adattissimo ai toni comici) e Tramontana (Ludovico Fremont), comprimari che dovrebbero rappresentare con le loro iper-caratterizzazioni coatte il maggior ostacolo all’ardua crasi psicologica tra i due inquilini, non vanno oltre battute memistiche sui laziali, sulle donne e sull’unica religione seguita dai tifosi di calcio. Amici per caso si rivela allora suo malgrado un lungometraggio queer con ancora evidenti sintomi di sudditanza etero – o che più probabilmente vuole ingraziarsi diversi tipi di pubblico – e che concede fin troppo screentime alla poco interessante crisi di Pietro mentre non argomenta a fondo la riluttanza di Omero a legarsi stabilmente in un’Italia che accetta l’omosessualità solo se ancora confinata nella sua bolla. Perché come dimostra l’incredibile lampo di verità della formula di rito dell’officiante – c’è da riconoscere sottaciuto volutamente fin lì in maniera professionale – in fondo le paturnie di Omero e Andy non avevano motivo di esistere dato che i due innamorati possono solo essere uniti civilmente e non sposati. In questa commedia un po’ queer un po’ etero, un po’ sboccata un po’ elegante, un po’ sociale un po’ fiabesca sono proprio i due fidanzati quindi ad essere riconosciuti dalla società  solo come amici per caso.

Regia: Max Nardari
Interpreti: Filippo Contri, Filippo Tirabassi, Rocco Fasano, Beatrice Bruschi, Mirko Frezza, Giulia Schiavo, Marina Suma, Ludovico Fremont, Giorgio Belli, Daniel McVicar, Jean-Michel Byron
Distribuzione: Adler Entertainment
Durata: 95′
Origine: Italia, 2024

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
2
Sending
Il voto dei lettori
0 (0 voti)
----------------------------
SCUOLA DI CINEMA TRIENNALE: SCARICA LA GUIDA COMPLETA!

----------------------------

    ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER DI SENTIERI SELVAGGI

    Le news, le recensioni, i corsi di cinema, la riviste, i libri, gli eventi e tutte le nostre iniziative