Julian Assange è libero

La persecuzione del governo statunitense ai danni del co-fondatore di Wikileaks è finalmente giunta a termine

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Quello di Julian Assange è un caso di cronaca giudiziaria e giornalistica tristemente noto, del quale perfino numerosi cineasti hanno scelto di occuparsi nel corso degli anni, tra documentari e altrettanti lungometraggi. Basti pensare ad Underground: The Julian Assange Story di Robert Connolly, Risk di Laura Poitras, Il quinto potere di Bill Condon e Hackerare giustizia di Clara López Rubio e Juan Pancorbo.

Dopo una persecuzione giudiziaria senza precedenti nei confronti della libertà di stampa, instancabilmente condotta dagli Stati Uniti con la complicità del Regno Unito ed un calvario di 1901 giorni e più trascorsi all’interno della prigione di Belmarsh, nota anche come la Guantanamo inglese, il co-fondatore di Wikileaks, in base a un accordo di patteggiamento raggiunto con le autorità statunitensi si dichiarerà colpevole nelle prossime ore prima di ottenere la libertà.

Questa mattina ha infatti lasciato una volta per tutte la cella di 2×3 metri che per cinque anni e più lo ha visto prigioniero in completo isolamento ed è attualmente in viaggio verso un tribunale federale degli Stati Uniti nell’oceano Pacifico. L’accordo stabilito prevede una completa ammissione di colpevolezza per reati minori legati alla rivelazione di documenti riservati americani.

Julian Assange

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Ciò permetterà ad Assange di evitare la prigione negli Stati Uniti – avrebbe rischiato fino a 175 anni di carcere – e di tornare così in Australia, suo paese di origine, ritrovando la moglie Stella Assange e i figli. La pena verrà dunque considerata estinta, nonostante si resti in attesa dell’approvazione finale di un giudice federale.

Il governo australiano ha dichiarato che il caso Assange si è “trascinato troppo a lungo” e sulle pagine social di Wikileaks appare la nota: “Questo è il risultato di una campagna globale che ha coinvolto organizzatori di base, attivisti per la libertà di stampa, legislatori e leader di tutto lo spettro politico, fino alle Nazioni Unite. Mentre ritorna in Australia, ringraziamo tutti coloro che ci sono stati accanto, hanno combattuto per noi e sono rimasti totalmente impegnati nella lotta per la sua libertà”.

La vicenda legale e mediatica che ha coinvolto Julian Assange resta e segna, nella storia giudiziaria e giornalistica contemporanea, un precedente senza pari tanto per il giornalismo investigativo, quanto per le istituzioni e i governi coinvolti.

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