CANNES 61 – ''Entre les Murs'', di Laurent Cantet (Concorso)
Laurent Cantet concorre per la prima volta a Cannes con l’adattamento del libro di François Bégaudeau che ha riportato su carta la sua esperienza come professore. Bel finale per il concorso, che trova nel regista francese un cinema magari più vicino alle prime commedie politiche di Robert Guédiguian. Cantet dimostra dimestichezza e agilità stilistica tra docu-film e formato fiction che tanto ricorda i fratelli Dardenne, senza pero’ farsi “schiacciare” dalla macchina da presa. VIDEO
Non si eccede a giocare sui piani stretti e sul dialogo serrato, sui movimenti “sporchi” di macchina, ma piuttosto sulla spontaneità attoriale (quasi tutti gli interpreti sono dilettanti) e sulla capacità di abitare la distanza. Condividere il gergo, l’immaginario, i valori dei sobborghi, il rap della lingua parlata che scandisce il tempo e misura lo spazio. Uscire dai propri linguaggi, dai propri gesti; uscire da se stessi e andare verso un altro linguaggio, altri gesti, altri mondi. I giovani al di qua del muro sono di una periferia appendice, di un filtro della catena esistenziale, di un incrocio estasiante. La periferia è una polveriera, un laboratorio di esperimenti e di riscatto contro chi negozia sicurezza con la libertà. La periferia è una dimora, uno stadio divoratore: non un limbo, un non-luogo desertificato e scorporante. Periferie con ancora un centro e con ancora un senso della propria identità. La piazzetta della ricreazione diventa ancora centro di una rappresentazione teatrale, luogo d’incontro/scontro, di aggregazione/disgregazione. Scoprire che lo schermo protettivo, di sbarramento, è saltato tra la metropoli e la sua realtà suburbana e che è stato rimpiazzato da un infinito quanto inattaccabile ritmo tribale dove il cinema si sente e si subisce. E’ complicato immaginare questo film doppiato, ma la speranza è quella di poterlo vedere presto anche in Italia, per la sua forza di essere anche un’opera trasversale che concilia cinema e TV, per riuscire a condensare la portata pedagogica con il trasporto visivo delle sue facce, i suoi occhi, le sue passioni. Semmai ci piacerebbe vederlo “sdoppiato”, nel senso di poter evidenziare, all’interno comunque della sua drammatizzazione, una certa autoironia di fondo e la sua teatralizzazione che segnano con una distanza rispettosa e dignitosa ciò che sfugge dalla e della scrittura. Cantet oscilla tra tragico e comico, alludendo mai precisamente all’uno e all’altro, ma semplicemente con ciò che sfugge, con ciò che la macchina da presa rimanda.
Entre les murs by Laurent Cantet – Cannes 2008