CANNES 64 – “Ichimei (Hara-kiri: Death of a Samurai)”, di Miike Takashi (Concorso)
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Questo film di sublime bellezza, che esprime tutta la sua potenza nell’assoluta concentrazione figurativa, trova l’unica nota dissonante proprio nella scelta del 3D, davvero incredibile per le dinamiche puramente interiori che racconta. Ed è qui che sta la provocazione ed emerge tutta la consapevolezza ‘critica’ del cinema di Miike, che chiama in causa il 3D proprio là dove meno te lo aspetti. Come a dire che questa terza dimensione o serve sempre o non serve mai. Perché è vacante come ogni codice, se non è diretta al cuore e all’anima
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