Cannes 77 – Bird: incontro con Andrea Arnold e il cast

Questa mattina si è tenuta la conferenza stampa con Andrea Arnold, regista del film Bird, e con gli interpreti Barry Keoghan, Franz Rogowski, Nykiya Adams e Jason Buda. Ecco cosa hanno raccontato

--------------------------------------------------------------
BANDO BORSE DI STUDIO IN CRITICA, SCENEGGIATURA, FILMMAKING

--------------------------------------------------------------

Questa mattina si è tenuta la conferenza stampa al Festival di Cannes di uno dei film più attesi di quest’anno: Bird della regista Andrea Arnold, presente all’incontro con i giornalisti insieme agli interpreti Barry Keoghan, Franz Rogowski, Nykiya Adams e Jason Buda. La regista ed il cast hanno risposto alle domande di una stampa uscita entusiasta dalla proiezione di ieri sera.

--------------------------------------------------------------
OFFERTA DI LUGLIO SULLO SHOP DI SENTIERI SELVAGGI!

--------------------------------------------------------------

L’ispirazione iniziale di Andrea Arnold per il suo film, forse non era quella che molte persone si sarebbero aspettate. La regista inglese ha raccontato divertita che, a dar origine al suo nuovo film, è stata una visione piuttosto eccentrica e particolare.

----------------------------
UNICINEMA QUADRIENNALE:SCARICA LA GUIDA COMPLETA!

----------------------------

Molto tempo fa, ho avuto la visione di un uomo, alto e magro, con un lungo fallo, in piedi su un tetto. Era completamente nudo, ma non sapevo se fosse buono o cattivo o cosa fosse…”

Da questo bizzarro punto di partenza, la regista ha creato un dramma sociale realista, su una famiglia, ai margini della società, che vive in riva al mare britannico e un visitatore inaspettato (interpretato da Franz Rogowski) che si avvicina a una giovane ragazza che sta entrando nella pubertà. A interpretare un padre sui generis è l’acclamato Barry Keoghan. I due talentuosi interpreti sono circondati da esordienti e attori non professionisti.

Per Keoghan, che interpreta il personaggio di un padre dal corpo ricoperto di tatuaggi che gira in monopattino e ascolta i Blur, Arnold era nella lista dei registi con cui avrebbe voluto lavorare negli ultimi dieci anni. “Sognavo di lavorare con Andrea da un sacco di tempo. È dal 2014 che dico nelle interviste di voler lavorare con lei, ripetendolo ancora e ancora…”, ha ammesso l’attore irlandese. “Non ho ricevuto una sceneggiatura, mi sono fidato totalmente dell’amore che lei infonde in ogni aspetto. Ero circondato da attori non professionisti, chiamato a interpretare un padre, cosa che non sono. Andrea mi ha condotto in un viaggio senza rete, non abbiamo fatto prove, ma ci siamo buttati totalmente“.

Keoghan ha, però, messo a frutto il suo background, notando che ci sono somiglianze tra la sua educazione nella natale Summerhill, nota per essere una delle zone economicamente più povere di Dublino, e l’area depressa in cui è ambientato Bird. Ci sono molte somiglianze“, ha detto, aggiungendo che nel suo carattere vedeva gli stessi tratti negli uomini che conosceva da casa. “Il personaggio a cui do corpo è un puro opportunista…”

Parlando del processo di casting, Arnold l’ha descritto come “essere su una spiaggia a collezionare belle conchiglie, ma stai collezionando persone adorabili. Il numero di bambini nel film ha reso necessario un certo numero di assistenti per garantire la sicurezza del cast minorenne […] È un volo sopra le brutture dell’esistenza, che affidando le ali ai più giovani solca uno spiraglio di speranza…”

Per Arnold – che a Cannes 2024 ha ricevuto anche la Carrosse d’or per “qualità innovative, coraggio e indipendenza” – cresciuta con una mamma single, con una “infanzia molto selvaggia”, Bird “è stato un viaggio doloroso”, che l’ha riportata lì dov’è diventata grande: “Il fatto che io sia qui adesso è una sorta di miracolo” e l’idea del film “arriva da lontano, dall’immagine di un uomo di grandi dimensioni, nella foschia. Volevo capire cosa volesse dire: era un buon uomo? Era mascolino? Non lo so. Il pubblico deve interpretare, è lì il piacere”.

Per la scelta di Rogowski: “Non abbiamo riflettuto su una nazionalità possibile, ma abbiamo pensato subito a lui per interpretare quell’uomo: è stato incredibile, l’ho adorato. Ho stabilito una relazione di riflessione intellettuale, la base della relazione con un attore, per portare la persona al personaggio. È stato come quando cerchi tra tante conchiglie e poi trovi qualcosa di magnifico”.

L’attore tedesco del suo Bird ha amato “il realismo e la fantasia, anche nella visione. Ho condiviso con Andrea i valori, così ho amato personaggio e stile. Ho amato il mélange del film. Ho galleggiato nella Natura, è stato un concetto interessante. Mi sono imbarcato in una sorta di avventura e l’idea era creare qualcosa che non potrebbe esistere, ma… non tutto può essere controllato. È difficile trovare ruoli interessanti scritti in maniera interessante, spesso si fanno solo copie della realtà”.

Andrea Arnold ha continuato il suo discorso ripercorrendo la strada tortuosa che l’ha portata alla regia. Cresciuta con una madre single e con un’infanzia “molto selvaggia”. “Il cinema di qualsiasi tipo e l’arte non facevano parte della mia vita da bambina”, ha affermato. “Sognavo di diventare ballerina e ricordo di aver visto solo il film su Mary Poppins da bambina. A 18 anni sono scappata per unirmi a un gruppo di danza sui pattini a rotelle chiamato The Roxy Rolls. Poi, casualmente, ha fatto un provino e per un lavoro di recitazione in televisione e l’ha ottenuta. “In realtà ero davvero pessima nel lavoro di attrice, ma ero affascinata dal processo, dal modo in cui le immagini venivano messe insieme per creare una storia”.

Parlando del dialogo, nel film, che non è mai molto e la musica tutt’altro che decorativa, la regista ha aggiunto: “Il dialogo è qualcosa di naturale ma è l’immagine che racconta la storia. Ho quasi alternato una scena con dialogo e una senza, il dialogo dev’essere qualcosa di cui si ha bisogno. E la musica ha sempre avuto lo scopo di creare l’atmosfera del film, per mettere nell’immagine il mood con cui l’ho scritto”.

Il viaggio di Bird in parte finisce e in parte inizia sulla Croisette: “Come ho detto, è stato un viaggio doloroso. Ho corso molti rischi. Ma da quando ho presentato per la prima volta il cortometraggio Milk, più di 20 anni fa, mi sono sempre sentita benvenuta e accolta qui a Cannes e in Francia. Qualunque cosa accada, che piaccia o non piaccia, che la gente lo capisca o non lo capisca, so che tutti i miei sforzi saranno apprezzati. Il fatto che io sia qui ora è una specie di miracolo. Mi sento fortunata. È stata una vita davvero straordinaria”.

----------------------------
SCUOLA DI CINEMA TRIENNALE: SCARICA LA GUIDA COMPLETA!

----------------------------

    ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER DI SENTIERI SELVAGGI

    Le news, le recensioni, i corsi di cinema, la riviste, i libri, gli eventi e tutte le nostre iniziative