Clean Up Crew – Specialisti in lavori sporchi, di Jon Keeyes

Parte da una buona idea ma poi si ripiega su un’idea di pulp stantia, vecchia di anni, ostinandosi a considerare quel linguaggio l’unico possibile con cui declinare l’action contemporaneo.

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Sembra venire fuori da una strana congiunzione questo Clean Up Crew, intrico dal retrogusto pulp su un gruppo di ripulitori, esperti nell’eliminare ogni traccia compromettente dalle scene del crimine che si ritrovano loro malgrado in mezzo ad una guerra tra agenti di polizia corrotti e malavitosi male in arnese per il possesso di una valigetta piena di soldi che proprio i protagonisti hanno ritrovato nascosta nell’ultimo posto che hanno ripulito. Il respiro è in effetti quello di un film Direct To Video dei primissimi anni ’00 ma a Jon Keeyes manca l’entusiasmo affettuoso dell’appassionato, la voglia di rileggere in modo tutto suo quell’immaginario. Aveva tradito la sua generale pigrizia con il dimenticabilissimo Cult Killer, riattraversamento delle atmosfere dei classici serial killer movie stile Dimension Films in cui forse si imponeva davvero solo la presenza di Antonio Banderas (che torna, comprimario di lusso, anche qui), ma con Clean Up Crew il gioco è ancora più scoperto e, forse, limitante per il film stesso. Perché l’approccio di Keeyes è quello di chi il pulp al cinema (quello, tra l’altro, iperaccellerato di Ritchie più che quello colto di Tarantino) l’ha appena scoperto e si è innamorato a tal punto di quell’idea di cinema stilizzata, tutta in levare, da credere che sia praticamente l’unica possibile per declinare l’action oggi.

Ma se è già complesso gestire il passo esagitato di Guy Ritchie, Keeyes tradisce fin da subito la difficoltà di entrare davvero in sintonia con quella sintassi. Col senno di poi indovina probabilmente soltanto certe caratterizzazioni dei personaggi, tra un Banderas in divertito overacting (ma privo di veri guizzi) ed un Jonathan Rhys Meyers che ha almeno il pregio di volersi mettere pienamente in gioco per il bene del racconto. Per il resto, Clean Up Crew pare soprattutto un action low budget che prova a sopperire agli investimenti esigui con una certa supponenza, tra sparatorie che cercano l’eleganza stilizzata di certo action contemporaneo ma arrivano sempre in controtempo rispetto al centro dell’azione ed una scrittura, che fatica a sostenere davvero questi personaggi, a costruire per loro un background affascinante su cui far risaltare le loro azioni e scelte, evidentemente più preoccupata di presentare al pubblico dei personaggi carismatici, attraenti, simpatici.

Ecco questa è forse la grande trappola in cui cade il film. Perché se è vero che al di là di certe forzature l’idea di partenza del film, il suo legarsi così tanto ad un gruppo di personaggi con un ruolo così inusuale, potrebbe anche funzionare, manca, a Clean Up Crew, forse l’unico elemento che l’avrebbe non solo potuto legare ad una certa idea di pulp ma che gli avrebbe soprattutto permesso di fare il grande salto: l’enfasi sul livello strada del racconto, su questi lavoratori coinvolti in un gioco più grande di loro, sulla loro difficoltà a cogliere davvero il bandolo della matassa.

È un concetto che a Clean Up Crew sfugge quasi sempre: lo porta a volte in primo piano, nei discorsi tra i due protagonisti, che sognano di mollare quella vita e aprire una Funeral House ma di base la scrittura è troppo sedotta dalla loro intrinseca coolness per metterli davvero in discussione. È piuttosto affascinato da certe forme, da certi cliché vecchia scuola che però finiscono per incartapecorire un film che non è mai stato davvero nel tempo, incastrarlo nella solita trama stanca fatta di tradimenti inattesi, doppigiochi, cambi di campo e disperdere l’attenzione degli spettatori.

Torna in carreggiata probabilmente solo nel finale, con una resa dei conti che malgrado la generale anonimia almeno si lascia andare, trova un passo giocoso che al resto del film avrebbe giovato, anche se, è evidente, lo spettatore vorrebbe rivolgersi, ha probabilmente aggiornato i suoi gusti da anni e non riesce ad ascoltarlo.

 

Titolo originale: The Clean Up Crew
Regia: John Keeyes
Interpreti: Jonathan Rhys Meyers, Antonio Banderas, Melissa Leo, Swen Temmel, Conor Mullen, Leslie Stratton, Laurence Kinlan, Matthew Tompkins, Ekaterina Baker, Andy Kellegher, Derek Carroll
Distribuzione: Notorious Pictures
Durata: 95′
Origine: USA, 2024

 

 

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
2
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