COMICS – Jodorowsky: L'Incal e non (Juan) Solo
La spinta al cambiamento e all’autodeterminazione rappresenta una (forse l’unica) costante nel lavoro di un maestro che ama misurarsi con quante più forme espressive possibili: dal teatro al cinema fino alla pluriennale passione per il fumetto
![](/wp-content/uploads/public/articoli/33288/Gallery/01_avt_l__incal.jpg)
Per parlare di un autore poliedrico come Jodorowsky, conviene partire dalla forma espressiva che per prima lo ha portato all’attenzione dei pubblici planetari. Nei primi anni settanta due suoi film: El Topo (presentato a Cannes nel ’71) e La montagna sacra (’73) destano scandalo e attirano l’attenzione degli ambienti artistici più vicini alla controcultura dell’epoca (da Lennon a Warhol). El Topo, ad esempio, fu programmato a New York per oltre sei mesi. Nel ’75, al culmine di tanto clamore, a Jodorwsky venne offerto di realizzare la trasposizione del libro di F. Herbert: “Dune”. Nella preparazione, il mastro (che è anche al culmine del suo “ego artistico”) fa le cose in grande (scrittura addirittura Salvador Dalì fra gli attori protagonisti per la somma di 100.000 dollari!) e affida il compito di realizzare i costumi e le scenografie a due fra le menti più visionarie dell’epoca: H.R. Giger (creatore di Alien) e Moebius (già all’epoca il più innovativo fumettista di Francia). Naturalmente il budget lievita a dismisura e il produttore si defila (ne sa qualcosa anche Lynch che, sebbene riuscirà a portare successivamente a termine la trasposizione cinematografica dello stesso romanzo, subirà forti vincoli di natura economica che saranno la principale causa della sua insoddisfazione verso il progetto). Tuttavia, il tempo impiegato nella realizzazione di un progetto che non vedrà mai la luce non sarà sprecato perché consente a Jodorowsky di lavorare a lungo a stretto contatto con Moebius creando così un binomio artistico che, se nulla a dato al cinema, ha rappresentato per il fumetto un sodalizio perfetto, nel quale le costruzioni fantascientifico-simboliche immaginate da Jodorowsky hanno trovato, grazie a Mobius, stupefacenti rappresentazioni visive.
Come ha affermato lo stesso autore, L’Incal nasce dal lavoro preparatorio per Dune. La storia è molto
Per completezza, bisogna dire che la saga dell’Incal ha generato un discreto numero di spin off, (Prima de L’Incal, La casta dei Meta-Baroni, Dopo L’Incal, I Tecnopadri, Megalex) che hanno tentato di completare la costruzione dell’universo rappresentato nella serie originale, non sempre con risultati memorabili.
Naturalmente, l’esperienza di Jodorowsky nel mondo del fumetto non si è limitata a L’Incal ma è ricca di numerosi lavori, di natura non necessariamente fantascientifica. Va segnalato, a questo proposito, l’utile contributo dato dalla Magic Press alla diffusione delle sue opere con la ristampa (in volume unico) di alcune delle sue miniserie. Dopo Bouncer e Il lama bianco, è ora la volta di Juan Solo. Ancora una volta il tema cardine è quello del cambiamento per un personaggio che vive la sua infanzia da randagio, arriva ad essere un rispettato e temutissimo killer e finisce addirittura i suoi giorni sulla croce per salvare il suo popolo. Le atmosfere ricordano un po’ quelle del suo Santa Sangre e la storia si sviluppa con la classica struttura della doppia parabola (ascesa e caduta) con una prima parte molto classica e realistica: incentrata sull’azione, ed una seconda più onirica nella quale il progressivo distacco dalla realtà del protagonista si riflette nella scoperta da parte nostra di una realtà metafisica che affianca quella concreta. I disegni di Georges Bess, infine, riescono a trasmettere (anche grazie ai colori sempre estremamente saturi) la natura selvaggia dei protagonisti e della società nella quale essi si muovono.
Un tentativo di traspozione animata dell'Incal